“Siamo pronti a ricorsi e battaglie legali come stanno facendo i sanitari”. Anche il mondo scuola inizia a mobilitarsi contro l’obbligo vaccinale. Elisa Alessandrini, professoressa di francese alle Superiori, in provincia di Roma, è contraria alla vaccinazione obbligatoria contro il Covid, e in un’intervista de La Stampa, a cura di Niccolò Carratelli, spiega le sue ragioni: “Possono anche mettere l’obbligo, ma io questo vaccino non lo farò mai”, dice. Ma guai a definirla No-vax: “In passato gli altri vaccini li ho fatti, quelli sicuri, con una sperimentazione vera e lunga”. Ma questo, continua, “nemmeno chi lo ha prodotto sa con certezza cosa può succedere, è impossibile conoscere tutti gli effetti collaterali sul proprio corpo”. (Continua a leggere dopo la foto)
Commenta ancora la prof. Alessandrini: “Comunque, per me può essere anche una pozione magica, sicura al 100%, l’obbligo non lo accetto, non possono impormi un trattamento sanitario sulla mia pelle”. Certo, così però rischia di non andare in classe a fare lezione: “Vedremo, sarebbe una discriminazione sotto diversi punti di vista. Può stare sicuro che io e i tanti colleghi che la pensano come me siamo pronti a ricorsi e battaglie legali, come stanno già facendo molti operatori sanitari, che hanno impugnato le sospensioni presso i vari Tar. Dobbiamo fermare questa strategia”, tuona la Alessandrini. (Continua a leggere dopo la foto)
“È chiaro che c’è la volontà di allargare gradualmente l’obbligo. Prima i sanitari, poi noi, poi altri lavoratori a contatto con il pubblico, tipo gli autisti degli autobus. Una categoria dopo l’altra proveranno a imporre il vaccino”. Insomma, l’insegnante è disposta a tutto, anche a restare a casa senza stipendio, per difendere la sua libertà: “Sì e saremo in migliaia, voglio vedere se lo Stato davvero ci toglie il posto di lavoro e se la prende con madri e padri di famiglia. Tra l’altro, non è detto che sappiano come sostituirci, per garantire la tenuta del sistema scolastico”. (Continua a leggere dopo la foto)
Anche perché se è vero che “la Dad è un incubo e sono la prima a dirlo”, chiosa la prof. Alessandrini, “sostenere che se noi non ci vacciniamo non si torna a scuola in presenza è pretestuoso, non è certo questo il problema. Sono gli spazi inadeguati, le classi pollaio. Invece di obbligare noi alla vaccinazione, lo Stato investa sulla scuola”.
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