x

x

Vai al contenuto

Il capo della Polizia al governo: “Incostituzionali i controlli nelle case per le feste”

Pubblicato il 15/10/2020 16:30

Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in un appunto di una pagina e mezzo dimostra e spiega al governo come sia impossibile impedire i party privati. “L’articolo 14 della Costituzione riconosce l’inviolabilità del privato domicilio”, scrive. Il parere è stato chiesto dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, a cui si è rivolto il premier Conte dopo che gli era giunta notizia, nei giorni scorsi, che i ministri Speranza e Franceschini volevano inserire una forma di controllo dei party privati in casa e fuori nell’ultimo Dpcm.

La ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto la fornisce Claudia Fusani sul Riformista. Gabrielli avrebbe aggiunto che per autorizzare i controlli “il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra”. Una provocazione ovviamente, scrive il giornale; il documento di Gabrielli è servito tuttavia a stoppare le richieste dei ministri della Salute e dei Beni culturali. È stata dunque la polizia e il ministero delle polizie a evitare i controlli più rigidi che due ministri pretendevano nel nuovo Dpcm.

Per loro, uomini in divisa sarebbero dovuti entrare a qualunque ora nelle abitazioni private per verificare il numero dei presenti. Ma, grazie al cielo, questa forma di controllo non è possibile. Di più: è anticostituzionale. E Gabrielli lo ha messo nero su bianco. Va sottolineato che la Lamorgese, ministro dell’Interno tecnico di un governo politico, non è mai stata coinvolta in nessuna delle riunioni preparatorie del Dpcm fin qui convocate. È servito un dubbio di Conte su questo aspetto per chiamarla in causa.

Lamorgese, già seccata e non da quel giorno per questa “dimenticanza” – come riporta ancora Il Riformista – coinvolge a sua volta per un parere tecnico il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Che produce nel giro di un’oretta un appunto che spazza via ogni dubbio per “questioni di ordine giuridico” e altre di natura pratica. Quest’ultime così sintetizzabili: “Le forze dell’ordine, tutte, hanno già abbastanza da fare nel contrasto dei reati, la gestione dei flussi migratori e ora anche delle norme di contenimento anti-Covid, che non possono essere coinvolte in controlli che potrebbero nascere da meccanismi delatori, rivalità e dissidi di vicinato”.

Ti potrebbe interessare anche: Da Amazon a Google, così i re dell’hi-tech schivano il Fisco italiano