Il destino, alle volte, riesce a giocare scherzi decisamente beffardi, sopratutto in quel mondo della politica dalla memoria spesso corta, cortissima. E così, con la nascita di un governo Draghi di poltronari e tecnici totalmente asserviti all’Unione Europea, ecco anche manifestarsi una beffa niente male: la presenza, all’interno dello stesso esecutivo, di esponenti di punta di Forza Italia (Brunetta, Carfagna, Gelmini) insieme al nuovo titolare dell’Economia Daniele Franco. L’uomo che, secondo le ricostruzioni fornite in passato proprio da alcuni forzisti, fu autore della celebre lettera che costrinse nel 2011 Berlusconi ad anticipare il pareggio di bilancio, con una manovra durissima che finì per accelerarne l’uscita di scena.
A ricostruire l’accaduto è stato infatti in questi ultimi mesi Renato Brunetta, fresco di ritorno alla Pubblica Amministrazione, nel libro “Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto”. Nel testo, il neo ministro racconta in particolare di una telefonata fatta da Berlusconi a Draghi appena saputo dell’arrivo della lettera dalla Bce: “Chiama Draghi al telefono, gli dice che ha saputo della lettera, che a informarlo è stato il ministro Brunetta, che è lì al suo fianco, e ha ‘compreso benissimo i termini della questione: vale a dire che la Banca centrale europea avrebbe continuato ad acquistare nostri titoli sul mercato, raffreddando l’incendio speculativo, solo se noi avessimo dato delle risposte aggiuntive in termini di politica economica, di rigore e di riforme’. Più avanti: ‘Draghi dall’altra parte del telefono conferma e il presidente Berlusconi me lo passa. Io: ‘Ciao Mario’. Mario Draghi è un mio vecchio collega di università, mi conferma esattamente le indicazioni, gli intendimenti e mi dice che in Banca d’Italia a questa lettera stava lavorando Daniele Franco. ‘Lo chiami?’, mi dice. Ma certo”.
Brunetta e Franco si conoscono da tempo, come chiarito dallo stesso Brunetta: “Era mio studente alla facoltà di statistica all’università di Padova. Appena rientrato al ministero lo chiamo , e dopo dieci minuti era già da me in piedi con delle carte in inglese in mano”. Si trattave, stando alla ricostruzione, proprio della bozza della lettera della Bce: “Non so ancora oggi dove quelle carte fossero state materialmente elaborate, se in sede Bce o in altra sede, magari a Bankitalia. So che Franco me le illustra, dandomi sostanzialmente la linea guida del documento che poi sarebbe stato conosciuto come ‘la’ lettera della Banca centrale europea al governo italiano”.
Un passaggio che avrebbe anticipato l’avvento di Mario Monti, che come Draghi fu presentato agli italiani come l’unica soluzione possibile in un momento drammatico e che diede vita a un governo totalmente asservito ai diktat in arrivo dall’Europa, fedele innanzitutto alla Troika e molto meno agli italiani. Oggi Daniele Franco è stato scelto come ministro dell’Economia, in un momento in cui servirebbero risposte rapide per aiutare le tante famiglie messe in ginocchio dall’emergenza. Sappiamo però già, purtroppo, come andrà a finire.
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