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Forza Italia, dopo le regionali partono le tensioni. Ecco cosa sta succedendo nel partito di Berlusconi

Pubblicato il 23/09/2020 12:57

Tira una brutta aria. Con i risultati delle regionali, Forza Italia si trova a fare i conti con perturbazioni interne. Tensione tra i parlamentari e i dirigenti, il partito viaggia su percentuali che spaventano e la paura che si aggiunge con la vittoria del Sì del referendum, contribuisce a far montare l’insofferenza verso i “fedelissimi” di Silvio Berlusconi. 

Al silenzio di Berlusconi, il quale si limita “a telefonare ai dirigenti del partito per provare a rassicurarli”, si contrappongono i toni alti di alcuni. Ad alzare la voce, inizialmente solo Osvaldo Napoli, vicino a Mara Carfagna. Ma ieri (22 settembre) anche “Paolo Russo, si è fatto sentire per criticare la scelta di Caldoro come candidato presidente”, si legge su La Stampa. “Hanno usato logiche tribali”, accusa Russo.

A loro si è aggiunta Micaela Biancofiore, la quale dichiara: «Forza Italia è andata contro la volontà degli elettori. Come ho già detto al presidente Berlusconi, squadra perdente si cambia!». I toni sono più pacati, ma il contenuto mette sempre in evidenza come le cose non stiano andando bene.

Mentre Anna Maria Bernini parla di «risultato in chiaroscuro», Mariastella Gelmini chiede di «avviare una riflessione» su «risultati che non soddisfano pienamente, valorizzando la vocazione liberale, riformista ed europeista del nostro movimento». Per Deborah Bergamini, invece, è chiaro che il centrodestra non possa sfondare: “Siamo noi che manchiamo, i moderati. Serve una forza moderata, liberale e popolare”.

La Ronzulli – racconta la Stampa- replica tra le righe, ringraziando chi ha lavorato duramente durante la campagna elettorale e sottolineando che mentre per alcuni l’impegno è stato evidente, per altri non è stato così ed è proprio tra questi che c’è chi si lamenta.

Al di là degli scambi di accuse, per Berlusconi questo non è il momento di fare la resa dei conti interna. Il leader ha solo commentato: “percentuali sotto le due cifre non sono all’altezza della nostra storia”.