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Finisce davanti ai giudici l’agenzia italiana che vigila sui farmaci (Aifa). Le ragioni dell’accusa

Pubblicato il 16/11/2022 19:59

Habemus diem! Il Tar del Lazio ha fissato la data per il procedimento contro l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). L’udienza è prevista il giorno 2 dicembre 2022. Dopo un lungo tira e molla tra Aifa, Ema e l’avvocato Andrea Oddo dell’associazione Idu (Istanza diritti umani) di Novara, si è finalmente arrivati ad un primo giro di boa dopo che gli atti vennero depositati lo scorso luglio e dopo l’istanza cautelare fatta dall’avvocato. Ma come si è arrivati a questo risultato? Facciamo una breve ricostruzione. Tempo fa l’avvocato aveva richiesto ad Aifa i documenti relativi alla sicurezza dei “vaccini” anti-Covid. Incartamenti che avrebbero dovuto accompagnare i contratti di acquisto con le case farmaceutiche nonché le successive vendite. In risposta alla richiesta di Oddo, Aifa dichiarò di non essere in possesso di tali documenti, scaricando il barile all’Agenzia europea del farmaco (Ema) e mettendo in evidenza il fatto che tali dati comunque erano di proprietà delle case farmaceutiche coinvolte nel processo produttivo, dunque sarebbero stati di difficile reperibilità.
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Ma l’avvocato Oddo non si è dato per vinto e così si è rivolto all’Ema, la quale, dopo mesi di tira e molla, rispondeva al legale che non avrebbe fornito i dati poiché non era di alcun interesse pubblico divulgarli. E qui nasce una grossa incongruenza. Secondo il regolamento europeo, infatti, la messa in commercio di prodotti sperimentali deve seguire un iter ben definito che serve ad ottenere l’ormai celebre Conditional Marketing Authorization o CMA. La documentazione è necessaria per superare questo scoglio, dunque ci deve essere per forza. Essendo i sieri Covid dei farmaci sperimentali – checché se ne dica è così, visto che la data di fine sperimentazione è fissata per il 15 febbraio 2023 è chiaro che il diniego di corrispondere tale documentazione assume dei tratti a dir poco oscuri. E’ sempre il regolamento europeo, peraltro, a stabilire che in merito a tali sostanze non solo l’Ema ma anche gli enti regolatori dei singoli Paesi membri devono possederne una copia, quindi anche Aifa.
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Di fronte all’impossibilità di visionare la documentazione richiesta, l’avvocato Oddo ha fatto ricorso al Tar del Lazio per conto di Idu. Le sue parole sono state riportate da VisioneTV: “Abbiamo chiesto al Tar del Lazio che Aifa sia obbligata a mostrare i dati che sono sicuramente in suo possesso, perché non solo sono di rilevanza pubblica ma sono anche la conditio sine qua non questi farmaci possono essere immessi sul mercato”. Poi aggiunge: “Se Aifa dichiarerà che i dati non ci sono, allora se ne dedurrà che questi farmaci non sono in possesso delle carte necessarie perché vengano immessi sul mercato”. L’avvocato ha riferito di auspicare anche la nomina di un commissario ad hoc, qualora Aifa si rifiutasse di ottemperare a quanto richiesto. Il suo ruolo sarebbe quello di poter agire per ottenere i documenti nascosti, oltre a fermare immediatamente la vendita.
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Sebbene la definizione di una data d’udienza sia una cosa buona, la vicenda preso però un sapore dolceamaro. Oddo, infatti, non si dice soddisfatto della data dell’udienza: “Se si fa un’istanza cautelare è per salvaguardare la salute pubblica e per avere risposte celeri e che tutelino i cittadini. Da luglio ad ora sono ormai passati mesi e molti hanno ricevuto questo farmaco”. Una considerazione che trova la sua ragion d’essere nei dati e nelle dimostrazioni sempre più facilmente reperibili, anche nella stessa letteratura scientifica, di come questi farmaci sperimentali siano tutt’ora privi di ricerche serie e puntuali sui loro possibili effetti avversi. Prova ne è il recentissimo annuncio di Pfizer e Moderna sull’avvio delle ricerche volte a capire che tipo di controindicazioni possono avere i loro vaccini sull’apparato cardiocircolatorio. Ora. A Novembre 2022.

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