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“L’ho vista morire”. La confessione choc di Turetta: cosa ha detto in 9 ore di interrogatorio (VIDEO)

Pubblicato il 02/12/2023 08:29

Filippo Turetta ha parlato. Per 9 ore, l’omicida di Giulia Cecchettin ha riferito ai giudici la sua versione, la sua confessione. Davanti al pm Andrea Petroni, ha raccontato cosa “è scattato” nella sua testa quella sera. Le accuse sono di omicidio aggravato dal vincolo affettivo, sequestro di persona e occultamento di cadavere, ma potrebbero inasprirsi se dovessero essere contestate anche le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Giulia Cecchettin è morta per le coltellate subite da Filippo Turetta che le hanno provocato uno shock emorragico. Giulia viene assalita da Filippo nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo. Turetta la porta sulla sua Fiat Grande Punto nera a Fossò, la colpisce da dietro e la butta a terra mentre lei cerca di scappare. Nei prossimi giorni, Turetta potrebbe essere chiamato a completare la sua narrazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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Per 9 ore davanti al pm Andrea Petroni, Filippo Turetta non si ferma neppure per pranzare. Nell’aula riservata ai magistrati del carcere di Verona non viene chiesto cibo, soltanto acqua. È un interrogatorio che sembra senza fine. Ma con tanti “non ricordo”. Specie quando ci si avvicina ai punti fondamentali dell’inchiesta. Intorno al tavolo anche gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera e due carabinieri. Turetta parla di quel che è successo quel sabato 11 novembre. Quando va al centro commerciale Nave de Vero con Giulia, insieme cenano al Mc Donald’s, e poi alle 23.45 il ritorno a Vigonovo. Quando però entra nel dettaglio dell’aggressione in via Aldo Moro, a 150 metri dalla casa dei Cecchettin, non spiega i motivi. Ribadisce la sostanza di quanto già aveva detto al gip Benedetta Vitolo nelle dichiarazioni spontanee: “Non so cosa mi sia scattato in testa, mi è scattato qualcosa”. (Continua a leggere dopo il video)

Filippo Turetta, la confessione e i tanti “non ricordo”

Filippo Turetta ammette ciò che è stato ripreso dalle telecamere e già cristallizzato dagli inquirenti: di aver inseguito Giulia a Fossò, quando lei tenta di fuggire dall’auto, di averla buttata a terra e di averla poi caricata in macchina quasi senza sensi. Infine l’auto che riparte ma subito si ferma. E le coltellate al collo, quelle mortali. Tutto in una ventina di minuti. A Filippo Turetta viene chiesto anche della lunga fuga, durata una settimana, in Austria e poi in Germania. Anche qui molti “non ricordo”. Parole dette a voce bassa, in alcuni momenti contraddittorie tra “l’azione” e i “percorsi” effettuati e la sua “volontà” di tornare indietro e consegnarsi. Come riporta il Corriere, il caso da un punto di vista investigativo è chiuso: Filippo ha confessato d’aver ucciso Giulia. Resta il nodo delle aggravanti, questione più tecnica, e legata all’entità dell’eventuale condanna.

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