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Ferragni, “rifiutano di mostrare le fatture”. E ora anche il Gambero Rosso vuol vederci chiaro

Pubblicato il 03/02/2024 13:53

Una premessa doverosa. Se si continua a parlare di Chiara Ferragni non è per una sorta di “persecuzione”. Ma per comprendere le dinamiche con cui influencer dotati di enorme potere mediatico utilizzino la loro possibilità di manipolare le scelte delle persone. Un tema più che mai attuale, in un mondo sempre più caotico e tecnologico. Ecco perché, dopo le domande poste ieri dal Codacons, anche la popolare rivista Gambero Rosso si sta occupando del caso delle vacanze di Chiara in Val d’Aosta. Quello che emerge, ancora una volta, è la scarsa trasparenza delle informazioni. Tutto nasce dalla decisione di Ferragni di pubblicare un post “anomalo”. Per qualcuno inspiegabile. In cui forniva un gran numero di informazioni sull’hotel di cui è stata ospite nello scorso week end. Post ricco di dettagli e di complimenti rivolti alla struttura. (continua dopo la foto)

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All’inizio di questo messaggio, che pare proprio una promozione di un luogo di villeggiatura, l’influencer precisava che si trattava di una storia “NoAdv”. Cioè che i contenuti erano pubblicati a titolo gratuito. Ma perché mai, si sono chiesti in molti, un’imprenditrice con milioni di follower all’improvviso avrebbe deciso di “regalare” a una struttura fra tante una così vasta pubblicità senza ricevere in cambio alcun compenso? Anche e soprattutto per le modalità così smaccatamente promozionali del messaggio. Il sospetto che in realtà possa trattarsi di una sponsorizzazione “nascosta” non è venuta solo al Codacons, che per primo ha chiesto chiarimenti. Ma anche alla prestigiosa piattaforma Il Gambero Rosso. (continua dopo la foto)

Quando un influencer soggiorna in una struttura, o va a cena in un ristorante, oltre al compenso diretto ci può essere anche un’altra formula di promozione. Molto semplice: il soggiorno, o la cena, vengono offerti dalla struttura in cambio della pubblicità che ne deriva. Che nel caso della Ferragni è veramente enorme. Ecco perchè dal Gambero Rosso hanno ricontattato l’hotel valdostano, che ha confermato il pagamento della vacanza da parte dell’influencer. Ma, quando è stato chiesto di dimostrarlo, ha negato l’accesso alle fatture. “I portavoce della struttura hanno detto al nostro Luca Fazzo che non avrebbero potuto mostrarci le fatture per questioni di privacy”, scrive il Gambero Rosso. “Anche se da Champoluc ci avevano detto che l’influencer aveva già pagato”. (continua dopo la foto)

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Come abbiamo già riportato, un controllo del Codacons ha smentito i portavoce dell’hotel, che dichiaravano di avere ricevuto un picco di prenotazioni dopo il post di Ferragni. Ma la disponibilità di camere, anche nel periodo di San Valentino, smentirebbe questa tesi. Il Gambero Rosso ora fa notare un’altra anomalia. Dall’hotel di Champoluc, quando erano stati contattati dalla prestigiosa piattaforma, avevano fatto sapere di essere stati chiamati dalla “direttrice di un albergo di Courmayer, chiedendoci se poteva farci piacere che la Chiara venisse a trascorrere un weekend a Champoluc. Certo che ci fa piacere, abbiamo risposto”. La struttura di Courmayer, però, ha negato questa ricostruzione. (continua dopo la foto)

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“La manager di Mascognaz ci rivela di avere ricevuto la chiamata della direttrice dell’albergo di Courmayer”, commenta il Gambero Rosso. “Mentre i portavoce delle due strutture smentiscono assolutamente la cosa. E, pur essendo PR di entrambe le strutture, e pur parlando di un personaggio così esposto come Chiara Ferragni, sostengono di aver proposto solo in amicizia la possibilità di soggiornare a Champoluc per l’influencer e i suoi due bimbi”. Strano, no? Lo pensano anche al Gambero Rosso. E si pongono due domande. “Ferragni stava lavorando e onorando un contratti di sponsorizzazione? O era una semplice villeggiante? O ha avuto solo un largo sconto equivalemte a un regalo? E se ha davvero pagato, non ha poi ricevuto nessun compenso per il suo spoileraggio?”. Domande che aspettano risposta. E non da parte di un pubblico assetato di sangue, ma dagli stessi addetti ai lavori.

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