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Rete Unica, banche, Autostrade e costruzioni: Fabrizio Palermo e tutto il suo potere

Pubblicato il 16/09/2020 15:36

Grazie all’ardita architettura disegnata da Giulio Tremonti all’inizio degli anni Duemila, Cassa Depositi e Prestiti oggi è un pilastro dell’economia italiana, facilitata dal fatto che Bruxelles (per non dover fare la guerra anche a Parigi e Berlino) la considera fuori dal perimetro del debito pubblico e quindi ha libertà di manovra, senza che ogni suo investimento rischi di diventare “aiuto di Stato” o di violare il Fiscal compact. E così, soprattutto nell’era post-Covid, tra riassetto delle costruzioni con Progetto Italia, Rete unica 5G, uscita dei Benetton da Autostrade, Borsa italiana da acquistare con Euronext,etc., non c’è grande operazione “di sistema” che non veda la Cassa al centro dei giochi. E chi è colui che dall’alto muove tutti i fili? Fabrizio Palermo, un nome che ai più dirà poco ma che è al momento tra i più potenti in Italia. Molto più potente dei ministri con i quali si ritrova a trattare.

Ne dà un ottimo ritratto Francesco Bonazzi in un articolo pubblicato su Panorama. Scrive Bonazzi: “Avere l’appoggio di tutto l’arco costituzionale è una di quelle fortune che toccano a pochi personaggi. Nella primavera 2018, la promozione di Palermo da direttore finanziario ad amministratore delegato di Cdp è avvenuta sotto il segno del Movimento Cinque stelle, anche se in effetti, se una simpatia politica bisognava trovarla anche a Palermo, non era certo grillina, ma per il Partito democratico. E con il ritorno del Pd al governo nel Conte bis, nell’agosto del 2019, il capo di Cdp si è trovato come un pinguino in un’insperata glaciazione”.

La natura giuridica di Cdp è totalmente ibrida: opera come una merchant bank privata, ma è controllata dal Tesoro e gestisce il risparmio postale, oltre a una serie di partecipazioni strategiche in gruppi come Snam, Italgas, Terna (attraverso Cdp Reti), Saipem, Fincantieri, Webuild, Sace, Fintecna. Cdp, con i suoi 450 miliardi di attivo di bilancio, è seconda solo a Intesa Sanpaolo e Unicredit, ma è controllata dal ministero dell’Economia (83 per cento) e dalle Casse di risparmio (16 per cento), che a loro volta sono un impasto di pubblico e privato. “Il refrain dell’usare Cdp in tutti i dossier che scottano fa di Fabrizio Palermo, perugino, 49 anni, inizi a Londra in Morgan Stanley, un banchiere d’affari che nella geografia del potere italiano vale ormai come e più di un ministro”.

Fabrizio Palermo, inoltre, va d’accordo con tutti, ma non ha un carattere facile. “In Cassa – scrive Bonazzi – è temuto per i modi spicci e le sfuriate improvvise, oltre che per una spiccata passione per tutto ciò che riguarda la sicurezza e il controllo. Ma nell’interlocuzione con la politica veste panni morbidi e parla direttamente con tutti i leader di partito. La sua piccola maledizione è di dover spiegare sempre che la Cdp non è né la nuova Gepi, né la nuova Cassa del Mezzogiorno. Inutile dire che all’inizio, tanto Tria quanto Gualtieri, mal sopportavano che il «controllato» Palermo se la vedesse autonomamente con i segretari di partito di oggi e di ieri, come Massimo D’Alema. Ma hanno dovuto farsene una ragione”.

Fabrizio Palermo, dunque, si muove in autonomia, dall’alto della sua posizione e maneggia le più importanti e miliardarie operazioni di Sistema del Paese. Negli ultimi tempi, poi, a facilitare il legame con il governo, e soprattutto con il “suo” ministro Gualtieri, è arrivato anche l’avvicinamento sempre maggiore di Patuanelli al Pd. E così, se il governo dà la linea, come nel caso del 5G, Palermo la attua senza fare scherzi. “Ma se la linea non è chiara – scrive ancora Bonazzi – dà una mano a disegnarla lui, costruendo anche il consenso politico necessario”. Ed è andata così anche con il delicato dossier di Autostrade.

Ma Fabrizio Palermo non ha solo l’appoggio di Conte, del Pd e del M5S. Basti ascoltare quanto ha detto di lui Salvini: “Sono contento di quello che Fabrizio Palermo fa e ha fatto”. I vertici di Cdp sono in scadenza la prossima primavera. Ma tutto fa pensare che almeno lui, il gran capo, possa dormire sonni tranquilli e essere confermato. Non si sa ancora quale governo penserà alle nomine, ma anche il pubblico elogio di Salvini lascia immaginare che Palermo abbia di fronte a sé un brillante futuro a prescindere.

Intanto, lui con Cassa Depositi e Prestiti fa tante cose, “dai mutui alle famiglie ai soldi per le case popolari, dai prestiti agli aeroporti di Malpensa e Linate fino agli studi con gli amici di Ernst&Young e Luiss per affermare che il Mes è cosa buona e giusta. E fa anche politica industriale, come è stato nel caso delle costruzioni, dove Cdp è stata la regista di un’operazione come Progetto Italia, che attorno a Webuild (ex Salini Impregilo) ha costituito un grande polo nazionale, ha salvato i concorrenti in crisi di liquidità e ha blindato le banche creditrici facendole entrare nell’azionariato”. Ecco uno degli uomini più potenti d’Italia.

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