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“Wojtyla lo sapeva”. Emanuela Orlandi, i fratelli smontano il depistaggio e tornano all’attacco di Giovanni Paolo II (VIDEO)

Pubblicato il 12/07/2023 08:37 - Aggiornato il 17/07/2023 10:24
Emanuela Orlandi Pietro Natalina

Dopo il terremoto che si è creato nella giornata dell’11 luglio con le nuove rivelazioni sulla scomparsa di Emanuela Orlandi rilanciate dal Tg La7, i fratelli della ragazza scomparsa 40 anni fa hanno convocato una conferenza stampa per chiarire alcuni punti cruciali della vicenda. Pietro e Natalina, fratello e sorella della ragazza, hanno voluto parlare a tutto tondo della “pista” che porta allo “zio Mario”, e dunque alla sfera familiare. La loro reazione è di totale sdegno, perché il tentativo di depistaggio è palese. C’è, secondo loro, la volontà di spostare l’attenzione altrove ora che la verità sembra davvero essere a un passo. “La verità fa male a qualcuno, e non può essere quella di mio zio, che può far male solo alla famiglia”.”, attacca il fratello Pietro in conferenza. (Continua a leggere dopo la foto)
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La signora Natalina, sorella di Emanuela Orlandi, è finita al centro di questa “nuova pista”, perché nei carteggi si fa direttamente riferimento a lei. Si tratta di una lettera dell’allora Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli – scritta 3 mesi dopo la scomparsa della ragazza – a un sacerdote inviato in Colombia da Giovanni Paolo II. Dal carteggio emergerebbe che in passato la sorella maggiore di Emanuela, Natalina appunto, rivelò di essere stata molestata dallo zio Mario. Dice lei nella conferenza dell’11 luglio 2023: “Non c’è stato mai un rapporto fisico. Mi sono sentita a disagio, non è stata una situazione piacevole. Mi ha fatto capire con delle parole il suo interesse e io ho fatto capire che non ne avevo. È finita là”, ha spiegato Natalina Orlandi accanto al fratello Pietro. (Continua a leggere dopo il video)
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Emanuela Orlandi, la conferenza dei fratelli Pietro e Natalina

“Non mi è piaciuto il modo in cui è uscita questa notizia”, attacca ancora Natalina. “Mia zia ha 90 anni e i miei cugini non sapevano niente”, ha spiegato, sottolineando che di questo “si sapeva già in Vaticano e in procura a Roma”. Inoltre Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela Orlandi, era fuori Roma con la famiglia il giorno della scomparsa, ha ribadito Pietro. “Non ho prove documentali al riguardo ma ho chiaro il ricordo di mio padre che, non vedendo rincasare Emanuela, chiamò il fratello Mario al telefono fisso, all’epoca non esistevano i cellulari, di una casa dalle parti di Borgorose nel Reatino. Zio era in vacanza con la moglie e i figli”. Poi la conclusione: “Vorrei incontrare Papa Francesco privatamente per dirgli delle carogne che gli girano intorno”, ha tuonato infine il fratello di Emanuela.

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