Una partita lunga, complicata, quella per il Quirinale. Fatta di attese, mosse, contromosse, bluff. Con un elemento di disturbo che rischia di far saltare ogni strategia, di rimescolare pericolosamente le carte in mano a ogni giocatore: il ritorno dell’emergenza Covid, con il numero dei contagi schizzato a quasi 80 mila in sole 24 ore e gli ospedali a lanciare allarmi, chiedendo alla politica un rapido intervento. Una situazione con contraccolpi evidenti nella lotta per il Colle, con tanto di modifiche ai regolamenti per le procedure di voto per permettere agli onorevoli di esprimere le rispettive preferenze senza contagiarsi.
Possibile anche che, alla fine, lo scrutinio venga spostato oltre il 20 gennaio, data al momento fissata, e con la limitazione di un solo voto al giorno. Ai problemi organizzativi si sommano poi, inevitabilmente, quelli politici: come raccontato da Massimo Franco attraverso le pagine del Corriere della Sera, l’intensificarsi dell’emergenza ha riacceso gli animi di chi tifa per un bis di Sergio Mattarella, con il diretto interessato che continua però a tenere saldamente chiusa la porta. A indebolirsi è anche la tentazione di un voto anticipato nel corso del 2022, ipotesi tra l’altro invisa alla gran parte dell’attuale maggioranza a sostegno di Mario Draghi.
Un’interruzione della legislatura finirebbe infatti per paralizzare il Paese in un momento difficile, con la crisi sanitaria che inevitabilmente aggraverà quella economica. E potrebbe essere mal digerita dagli italiani, che si troverebbero a rivivere il tradizionale balletto di accuse, controaccuse, promesse e proclami in un contesto decisamente irreale. Le difficoltà nel tornare alle urne potrebbero così fare il gioco proprio di Draghi, che continua a non nascondere le sue mire verso il Quirinale.
Il premier può infatti ora gonfiare nuovamente il petto, dopo una piccola retromarcia nei giorni scorsi, e auspicare la sua elezione a Capo dello Stato come passaggio chiave per mantenere una continuità appena ritrovata. Una mossa che troverebbe la scontata benedizione dell’Ue, della quale Draghi è un totem, e della gran parte dei governi europei. Un possibile scenario legato, però, anche al comportamento della nuova variante Omicron: oggi sappiamo quanto sia contagiosa, ma i dati sembrano suggerire una minore mortalità rispetto al passato. Anche da qui, per quanto grottesco possa sembrare, passerà la partita per il Quirinale.
Ti potrebbe interessare anche: Propaganda Live, bufera su Makkox per un tweet volgare e sessista