Gli scienziati danesi si ravvedono e chiedono scusa pubblicamente per aver somministrato le dosi dei farmaci sperimentali anti covid. Per molti di loro non era necessario. «Oggi non faremmo lo stesso», questo è quanto afferma Søren Brostrøm. Non uno qualsiasi, ma uno scienziato che riveste il ruolo di direttore generale dell’Autorità sanitaria danese. Per sua stessa ammissione, il vaccino anti Covid somministrato ai bambini non ha prodotto grandi risultati in ottica «controllo dell’epidemia».
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La confessione del direttore generale
A riportare la confessione di Søren Brostrøm è TV 2, un canale televisivo danese al quale lo scienziato ha rilasciato un’intervista molto interessante. Secondo l’esperto, infatti, sulla base delle conoscenze attuali, è stato un errore vaccinare i bambini. Rispondendo ad una domanda sul possibile sbaglio riguardo l’inoculazione degli infanti, lo scienziato ha ammesso: «Con quello che sappiamo oggi sì». Il direttore generale, tuttavia, ha cercato di giustificare la campagna vaccinale dichiarando che «Con quello che sapevamo allora no». Brostrøm ha poi sottolineato di essere «dispiaciuto» per i genitori che si sono sentiti sotto pressione a causa della campagna vaccinale, scusandosi a nome della comunità scientifica danese e precisando che questi ultimi abbiano tutto il diritto di «rimproverare» l’Autorità sanitaria per la decisione di vaccinare i più piccoli.
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Il mea culpa degli scienziati danesi
Come riporta L’Indipendente, nel mese di luglio 2021 gli adolescenti danesi nella fascia di età 12-15 anni sono stati invitati a sottoporsi al vaccino. A novembre, poi, il vaccino è stato consigliato anche ai bambini appartenenti alla fascia 5-11 anni. Ad oggi però, diversi esperti e scienziati danesi si sono schierati contro quella scelta, ammettendo l’errore sulla decisione. Christine Stabell Benn, professoressa clinica presso l’Università della Danimarca meridionale, è una di loro. L’esperta si è dimostrata molto critica sin dall’inizio: «Abbiamo avuto dei vaccini con un profilo di effetti collaterali molto sconosciuto e allo stesso tempo abbiamo avuto dei bambini che non avevano nulla da guadagnare dall’essere vaccinati», ha esclamato la professoressa. Allan Randrup Thomsen, professore di virologia sperimentale all’Università di Copenaghen, l’ha presa più alla leggera, sostenendo l’attuale presa di posizione dell’Autorità sanitaria e sottolineando che «probabilmente non aveva molto senso» far vaccinare i più piccoli in virtù delle conoscenze attuali, e che di tale decisione gli esperti «discuteranno a lungo».
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La scarsa efficacia nei bambini
Come sottolinea L’Indipendente, è innegabile che, secondo quanto emerso in maniera sempre più evidente negli ultimi mesi, la campagna vaccinale portata avanti sulla pelle dei bambini non era poi così necessaria. L’elevata efficacia dei vaccini nei bambini tanto sbandierata da Pfizer, è stata poi clamorosamente smentita sia dai dati reali, che da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet il 30 giugno, realizzato dagli scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute italiano. Il lavoro scientifico, infatti, ha indicato una copertura fornita dal vaccino inferiore al 30% per l’infezione e pari ad appena il 41,1% contro lo sviluppo di forme gravi della malattia per i bambini nella fascia di età 5-11 anni.
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Si continua ad autorizzare nonostante tutto
Peccato che, nonostante tutte le evidenze, i dati raccolti e le prove tangibili, gli organi deputati all’approvazione dei vaccini stiano continuando a raccomandare i vaccini a tutti, compresi i più piccoli, addirittura allargando ulteriormente la platea degli individui vaccinabili. Proprio recentemente la FDA, l’organo statunitense che regola i prodotti farmaceutici, ha dato il via libera all’uso dei vaccini Pfizer e Moderna nei bambini a partire dai 6 mesi di età.
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