di Consuelo Locati avvocata dell’associazione Parenti delle vittime di Covid
Ieri, 11 luglio 2022, l’Eurostat ha pubblicato i dati dei decessi in Europa negli ultimi due anni, rilevando il calo demografico nei paesi del vecchio continente. Ebbene l’Italia ha avuto in calo demografico pari a 253mila persone, ossia 253 mila persone sono decedute e, come rilevato proprio in quel rapporto, i decessi sono connessi alla pandemia. Questo rapporto di fatto conferma lo studio condotto da un’università di Washington e ripreso poi da The Lancet e pubblicato nel marzo 2022 e certifica altresì, in tal modo, che i dati che ai cittadini italiani sono stati comunicati dalle istituzioni (al ribasso), non erano reali perché non corrispondenti alla concreta situazione. (Continua dopo la foto)
Ma questo studio è importante perché conferma la consapevole volontà delle istituzioni italiane di attestare, anche a livello internazionale, situazioni che non sono vere. Chiarisco meglio. Ogni anno, a fare data almeno dal 2014, i ministeri della sanità erano obbligati ad autovalutarsi in relazione alla preparazione del proprio Paese in vista di emergenze epidemiche e pandemiche, compilando quelle c.d. “autovalutazioni” da inviare poi a OMS e UE. Ebbene, fino al 04 febbraio 2020 (ultima autovalutazione inviata già durante la pandemia) l’Italia si era valutata con il massimo dei voti, così dichiarando, anche nel febbraio 2020 ricordate, di essere perfettamente preparata a rispondere ad un attacco epidemico e/o pandemico.
Nelle autovalutazioni riferite, invece, agli anni 2021-2022 l’Italia ed inviate tra maggio e giugno 2022, con riferimento al punto fondamentale della preparazione e risposta ad un evento pandemico (la c.d. capacità fondamentale n. 1) l’Italia si è assegnata una valutazione “GRAVEMENTE INSUFFICIENTE”. Ma come? Dopo due anni di interventi di sostegno, supporto e potenziamento dell’ambito sanitario ed economico-sociale (a decorrere cioè dal 2020), siamo passati dall’eccellente al gravemente insufficiente?
E’ proprio così e questo non è che un ulteriore elemento di prova delle menzogne che sono state propinate dalle istituzioni non solo ai cittadini italiani ma anche agli stati esteri, all’OMS ed alla UE, che hanno confidato, in tal modo, in un’efficienza italiana nella gestione (e contenimento) della pandemia, di cui non eravamo e non siamo dotati. Ma questo dimostra altresì che in Italia è stato violato indefettibilmente anche il diritto alla trasparenza degli atti ed alla comunicazione ai cittadini di ogni atto che viene emanato e delle motivazioni reali sottese all’emanazione di quell’atto. Se noi, come legali dei parenti delle vittime covid-19 anche parti della causa civile pendente avanti il Tribunale di Roma, non avessimo iniziato a lottare per tutelare i diritti dei cittadini, in primis delle vittime, tanta parte di queste menzogne probabilmente non sarebbero state così rapidamente svelate.
Le istituzioni rappresentano i cittadini e parimenti i cittadini sono responsabili dell’operato della politica che li rappresenta. Siamo arrivati al punto in cui dobbiamo ricorrere alla magistratura per ottenere tutela di diritti che dovrebbero essere salvaguardati naturalmente. Siamo arrivati al punto in cui in Italia le istituzioni che documentalmente risultano responsabili della più grande strage dal secondo dopoguerra occupano ancora i posti di comando e di potere che occupavano nell’anno 2020. Senza alcuna decenza di assumersi alcuna responsabilità, senza alcuna decenza di ammettere sbagli o errori e di chiedere scusa ai cittadini che rappresentano o dovrebbero rappresentare, senza alcun rispetto per le vittime, per quei “corpi accatastati cui è stata negata anche la dignità della sepoltura”, senza alcuna dimissione dai posti di potere.
All’estero alcuni Ministri della Salute hanno chiesto scusa ai cittadini, altri si sono dimessi. E da noi?