Mario Draghi ha deciso di giocare a carte scoperte, presentandosi in Senato (sarà poi atteso alla Camera nei prossimi giorni) per fare il punto sulla situazione politica che si è venuta a creare dopo lo strappo del Movimento Cinque Stelle e le dimissioni presentate a Sergio Mattarella: “Mercoledì scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita”.
“Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento – ha aggiunto – Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta. Non votare la fiducia di un governo di cui si fa parte è un gesto politico evidente. Non è possibile ignorarlo, non è possibile contenerlo perchè vuol dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo perchè viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L’unica strada se vogliamo ancora rimanere insieme è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”.
“In questi mesi, l’unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di questo esecutivo e della sua efficacia – ha proseguito Draghi – Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile. Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza, in cui il governo deve prendere decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani”.
Ti potrebbe interessare anche: Pandemia a trasmissione sessuale. E per non restar “disoccupati”, ecco cosa s’inventano le virostar