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Draghi: “l’Europa cambi, democrazie a rischio”. Ora l’ex Premier ha scoperto che è tutto da rifare. E sulla transazione economica…

Pubblicato il 16/02/2024 10:49

C’è una cosa che si può invidiare alle persone famose e potenti. O almeno ad alcune di loro. Cioè che possono sostenere una tesi, anche con una certa veemenza, per decenni. Per poi un bel giorno, all’improvviso, venirci a spiegare che no, quella tesi era sbagliata. Ma lo fanno quasi sempre con l’aria di chi ti viene a fare lezione da un pulpito. E nessuno chiede mai conto di quanto dicevano in precedenza. Tutto questo vale anche per Mario Draghi, uno degli uomini più illustri e influenti d’Italia. Ma l’ex Premier è troppo intelligente per lasciarsi incastrare in una categoria. Vicepresidente di Goldman Sachs, Governatore della Banca d’Italia, membro di quasi tutti i gruppi finanziari che contano, Draghi ha saputo sempre giocare su più tavoli. E come ha dimostrato durante la crisi dei debiti sovrani europei, quando era presidente della Bce, sa bene che cosa è meglio fare. Che poi non sempre in carriera lo abbia fatto, è un’altra questione. (continua dopo la foto)

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Sta di fatto che intervenendo ieri a Washington alla quarantesima Nabe Economic Policy Conference, l’ex governatore ha ammesso che nel recente passato sono stati commessi molti errori. E ha anche detto cose interessanti sul presente e sul futuro: dell’Italia, dell’Europa e del mondo. A partire da quella che, nemmeno troppo fra le righe, è parsa come una critica alla globalizzazione senza controllo. “L’ingresso nel circuito economico mondiale di nuovi produttori, non sempre propensi ha seguire le regole”, ha spiegato Draghi, “ha indebolito i valori liberali e ha cambiato i paradigmi della politica economica e monetaria”. Peccato solo che chi cercava di avvertire, trent’anni fa, che con la globalizzazione sregolata avremmo avuto inevitabilmente di questi problemi, venisse denigrato e deriso dai professoroni. (continua dopo la foto)

L’ex Premier si è poi concentrato sul ruolo del nostro Continente in un momento storico così difficile. “L’Europa cambi e agisca unita”, ha ammonito il fu Governatore della Bce. “L’Ue deve avviare politiche di bilancio chiare e credibili, che si concentrino sugli investimenti e preservino i valori sociali europei. Ora servono debito comune, politiche fiscali comuni e anche la difesa militare comune. I Paesi da soli sono troppo piccoli. Da soli non ce la possono fare”. Anche qui, il richiamo a debito e fisco europei faranno fischiare le orecchie ai tanti che queste cose le chiedevano decenni or sono. Figuriamoci quello ai valori sociali, bistrattati e sotto attacco dal giorno dell’avvento dell’Euro. Però non c’è dubbio che Draghi abbia, come sempre, una visione lucida. E questo vale anche per la transazione economica in corso. Che Draghi a definito “rischiosa. Dobbiamo fare attenzione e preservare a democrazia”. Ma da chi? L’ex Premier non poteva semplicemente ammettere che le politiche neoliberali hanno portato il mondo sull’orlo di un baratro. (continua dopo la foto)

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Prima era necessario usare il solito spauracchio del “populismo” e dei leader indipendentisti che “rappresentano un pericolo”. Ovviamente nessun leader, che sia “populista” oppure no, pensa di agire senza accordi di collaborazione con gli altri Stati europei. A essere in discussione è la Ue per come è stata costruita e per come funziona. Ma questo Draghi lo sa benissimo. Solo che gli serviva il pistolotto anti nazionalista, per poi ammettere che siamo stati e siamo “indifferenti alle conseguenze sociali della globalizzazione”. Parla della leadership economico finanziaria, immaginiamo, perché i cittadini che quelle conseguenze sociali le hanno subite non sono certamente rimasti indifferenti. “Le transazioni che le nostre società stanno affrontando”, ha concluso l’ex banchiere, con slancio un po’ ecumenico “sono profonde. Sappiamo tutti cos’è l’Europa anche negli ideali. Per preservarli, sta ai leader ascoltare, capire, agire insieme per progettare un futuro comune”. Prima che sia troppo tardi.

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