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Draghi “espropria” la terra ai sardi in nome del Green: il decreto vergogna che umilia l’isola

Pubblicato il 27/11/2021 13:42

Non servivano vaccini e Super Green pass per avere l’ennesima conferma del cambio di ordinamento che Draghi sta dando allo Stato italiano, sempre meno democratico e sempre più autoritario. L’ultima “chicca” del governo del banchiere riguarda l’ennesimo scempio fatto ai danni della Sardegna che diventerà così “una selva di pale eoliche, distese infinite di pannelli fotovoltaici nei campi agricoli, bettoline e carri bombolai”, come scrive Mauro Pili in un durissimo e bellissimo articolo su L’Unione Sarda. Scrive Pili: “Terra di confine, alla periferia del terzo mondo, dove l’energia del sole e del vento la si deve catturare per “regalarla” al Continente, senza alcun beneficio per l’Isola, se non la devastazione ambientale e paesaggistica. Il costo energetico non solo resterà carissimo, il più oneroso in assoluto, ma sarà destinato a crescere, ulteriormente, rispetto a qualsiasi altra regione italiana ed europea”. (Continua a leggere dopo la foto)

Di fatto, Draghi sta commissariando la Regione, perché “anche quella minima autonomia produttiva energetica verrà cancellata e il sistema industriale sardo, quel che resta, sarà di fatto attaccato ad una ‘batteria’ ciclopica. Per il resto ai sardi non resterà che un mega guinzaglio elettrico, un cavo tra Sardegna e Sicilia, progettato da Terna, che costringerà l’Isola a produrre una quantità di energia rinnovabile superiore almeno 5 volte alle proprie esigenze per esportarla nel Continente. Il blitz energetico non è più solo un’ipotesi o una previsione. Da qualche ora quanto avevamo documentato nelle nostre inchieste sull’energia sta prendendo forma con un’irruenza che richiama termini forti, capaci di stravolgere i principi costituzionali, dalla leale collaborazione al rispetto delle prerogative delle Regioni a Statuto Speciale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il testo in questione è blindato nelle segrete stanze di Palazzo Chigi. “I timbri di Stato non sono stati ancora apposti. Per il colpo finale Mario Draghi, probabilmente, attenderà il fine settimana. Di certo quei due articoli e undici commi sulla scrivania del Presidente del Consiglio dei Ministri sono molto più di un decreto. In un colpo solo impongono alla Sardegna scelte senza precedenti, quasi un’occupazione militare, decise con atti che escludono totalmente la Regione Sarda dalle decisioni e, soprattutto, cancellano con un colpo di spugna la competenza costituzionale e statutaria dell’amministrazione regionale su un tema decisivo per lo sviluppo come l’energia”.

Scrive ancora Pili: “Un’operazione tutta decisa nei cunicoli dei poteri forti che hanno, senza mezzi termini, deciso di utilizzare la Sardegna come una vera e propria ‘colonia energetica’ per sfruttare vento e sole, deturpando paesaggio e ambiente, per poi trasportarla in Sicilia e Campania. In pratica l’Isola, secondo il decreto predisposto dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, e alla firma del Presidente del Consiglio, dovrà essere cosparsa di migliaia di ettari di pannelli fotovoltaici e di centinaia e centinaia di pale eoliche di ogni dimensione. […] Il Presidente del Consiglio dei Ministri decide, punto e basta. Un atto di imperio di Stato che nulla ha a che vedere con l’efficienza, visto che vengono negate precise prerogative costituzionali della Regione”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il passaggio più “cruento” del decreto è quello relativo agli interventi per le pale eoliche e i pannelli solari, che “rivestono carattere di pubblica utilità”. Non ci sarà, in pratica, nessun contadino, come era accaduto nel passato, che si potrà opporre all’occupazione delle proprie terre attraverso ‘esproprio’ per una fantomatica ‘pubblica utilità’. “Saranno occupate da pale eoliche e da distese di silicio, volenti o nolenti. Il decreto è scritto ben sapendo la missione da compiere in terra sarda. Lo scrivono all’articolo due. Al primo comma prevedono di realizzare ‘mille megawatt di nuove risorse di accumulo’, che tradotto significa l’installazione di ‘improbabili’ batterie per alimentare la Sardegna”.

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