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Dopo il vaccino, la pillola anti-Covid: per Big Pharma, la pandemia è un business senza fine

Pubblicato il 23/09/2021 12:15

Dall’iniezione alla pillola, tutto va bene purché il business delle cure anti-Covid non si interrompa. E così, dopo aver già fatto registrare incassi miliardari grazie ai vaccini lanciati sul mercato in fretta e furia e pagati a peso d’oro dai governi, le aziende farmaceutiche si preparano già al prossimo passo. Dopo la terza dose e l’inoculazione sui minori, ecco anche la soluzione per chi ha paura delle siringhe: una compressa che permetta di proseguire a ritmo spedito nella somministrazione di massa delle cure nella popolazione.

Dopo il vaccino, la pillola anti-Covid: per Big Pharma, la pandemia è un business senza fine

La sperimentazione da parte di Pfizer è già iniziata, nel tentativo di battere ancora una volta la concorrenza come fatto con i vaccini: la casa americana, simbolo di Big Pharma, fu la prima a ottenere le autorizzazioni necessarie dalle autorità sanitarie, prendendosi così la fetta più grossa della ricchissima torta (si parla di 100 miliardi di dollari di ricavi complessivi). Secondo la casa farmaceutica, la “pillola-antivirale” permetterebbe di curare il Covid e avrebbe dato buoni risultati anche sul fronte della prevenzione in caso di contatti con un contagiato.

Il farmaco è ancora allo studio, ma secondo le testate americane sarebbe a un passo dalla richiesta di autorizzazione alle autorità sanitarie. Una nuova occasione di business che ha subito l’attirato le attenzioni di tutte le aziende del settore, considerato una delle possibili leve per altri affari miliardari nel corso del 2022. La pillola utilizza un antivirale già sperimentato come inibitore dell’Hiv, il virus dell’Aids, e punta a essere commercializzata per un uso sotto controllo medico a casa.

Anche in caso di successo, comunque, la pillola non sostituirà il vaccino. Pfizer non ha intenzione, infatti, di allentare la produzione, anche perché i margini di profitto sono ancora ampissimi: la sola Unione europea ha già siglato un contratto per 900 milioni di dosi per il 2022, con opzione per ulteriori 900 milioni. I vaccini, dunque, resteranno al centro dei progetti futuri. Con le antenne sempre drizzate, però, per non farsi sfuggire nessuna occasione di gonfiare ancora le tasche.

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