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“Aspetto un autobus da 5 mesi”. La storia di Iva, la ragazza disabile che chiede solo di poter andare a scuola

Pubblicato il 30/01/2023 17:29

Si può negare a una ragazza di frequentare la scuola, solo perché è disabile? No, di certo, purché si arrangi autonomamente. Una storia che ha dell’incredibile, e del vergognoso, giunge da Roma. La capitale d’Italia non riesca a fornire a Iva Nikolli, questo il nome della 20enne italoalbanese, il pullmino che lei richiede da ben cinque mesi, da settembre, ancor prima che iniziassero le lezioni. Diana Romersi, sull’edizione romana del Corriere della sera ci racconta l’odissea che tutti i giorni Iva, che è costretta su una sedia a rotelle dalla nascita, attraversa per raggiungere l’istituto superiore Einstein, in via Pasquale II, dalla sua casa nella frazione di Montespaccato. Calcolando la distanza, sono ben oltre gli 11 chilometri. Lodevole è la voglia di studiare della ragazza che sta frequentando il triennio del percorso economico e che, dunque, ogni giorno, si affida i mezzi dell’Atac e si avvia, assieme alla mamma che la accompagna, per le strette stradine di Montespaccato, alla fermata dell’autobus e da lì sino a scuola. Tutti i pomeriggi, per poi tornare la sera, tardi, anche intorno alle 23. Le lezioni, infatti, in 4 giorni su 5, terminano alle 21.40. “Ho fatto richiesta a settembre al Comune – racconta Iva –, i servizi per la mobilità dovevano rispondere entro dicembre ma non ho avuto più notizie”. (Continua a leggere dopo la foto)
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disabile aspetta pullmino da cinque mesi

La madre, peraltro, è spesso costretta a saltare il lavoro per condurla alla fermata (lungo una strada in salita, particolare non da poco, ora che anche la mamma, apprendiamo, sta avendo problemi di salute) e poi fino all’istituto scolastico in autobus. Incroci, marciapiedi e salite rendono ancora più arduo il tragitto. In Albania Iva Nikolli ha potuto frequentare solo quattro anni di scuola elementare, come ricorda lei stessa: “Vivevo al decimo piano di un palazzo senza ascensore” e, a un certo punto, ha dovuto rinunciare. Ma Iva ha coltivato lo studio da autodidatta, grazie anche alla miriade di libri che ha letto. Ella stessa ha scritto due libri, pubblicati in Albania. Poi, nel 2019, a seguito del terremoto a Durazzo, le due donne si sono trasferite in Italia. A Roma, presso il Centro provinciale per gli adulti, ha conseguito la licenza media, peraltro con un bel 9 come voto finale, per poi iscriversi ai corsi serali e recuperare il biennio delle superiori. (Continua a leggere dopo la foto)

Percorso di studi che, ora, amerebbe terminare, ma in condizioni più agevoli, senza queste quotidiane e inconcepibili mortificazioni. Iva parla italiano, inglese, francese, spagnolo e sta studiando individualmente svedese, tedesco e turco. Il suo sogno? “Vorrei andare all’università per studiare lingue e diventare interprete”. Una storia che lascia davvero l’amaro in bocca. Nella capitale d’Italia, nel 2023.

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