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“Genitore uno e genitore due”. Ecco cosa sta succedendo. L’ira dei movimenti Lgbt

Pubblicato il 04/01/2023 17:19 - Aggiornato il 04/01/2023 17:24

La dicitura padre e madre rimarrà sui documenti. Padre e madre. Resterà scritto esattamente così sulla carta d’identità elettronica. Due semplici parole, le prime che impariamo, ma che a qualcuno parevano superate: potevano disturbare le coppie omosessuali con prole (poche centinaia). Invece, e per fortuna, dall’altare del politicamente corretto sono espunte le due parole fra le più dolci del nostro vocabolario. Niente genitore 1 e genitore 2, dunque. La conferma che sulla carta d’identità elettronica resterà la dicitura che indica chiaramente i genitori è arrivata, a ridosso della fine dell’anno, dal ministro della Famiglia e delle pari opportunità. Eugenia Roccella. Così era già stabilito dal decreto Salvini del 2019, tuttavia, come si ricorderà, lo scorso novembre una sentenza del Tribunale di Roma aveva riammesso le diciture “Genitore 1” e “Genitore 2”. La sentenza di Roma, dunque, fa sapere lo stesso ministro Roccella, ha valore “individuale”, riferendosi al singolo caso della coppia che fece ricorso, sicché i documenti pubblici e quelli di riconoscimento “non si adegueranno alla sentenza”. Anzi, attorno alla stessa sentenza del 16 novembre scorso, “si è fatto tanto rumore”, afferma ancora Eugenia Roccella. La questione relativa alla sentenza e alla sua applicazione anche da parte del governo è pure tecnico-giuridica, come osserva acutamente Marcello Veneziani sull’ultimo numero di Panorama: “il diritto privato non può prevaricare sul diritto pubblico, modificarlo e imporre che il secondo si adegui al primo”. I giudici, forse qualcuno lo ha dimenticato, non hanno potere esecutivo. Frattanto i movimenti Lgbt annunciano una class action e intendono adire alla Commissione europea. E anche alla Corte europea dei diritti umani. Lì, di certo, troveranno corrispondenza alle loro istanze, poiché oramai da tempo, attraverso pareri e sentenze, svolge una funzione di “correzione idelogica” nel segno del cosiddetto politically correct. In realtà, da subito il governo aveva spiegato che la sentenza del Tribunale di Roma presentava evidenti problemi di esecuzione e metteva a rischio il sistema di identificazione personale. E già sappiamo delle lungaggini e della macchinosità della burocrazia italiana. (Continua a leggere dopo la foto)

dicitura padre madre rimane documenti

A seguito della decisione comunicata dal ministro Roccella, Fratelli d’Italia ha ricordato sulle proprie pagine social come la scelta di mantenere padre e madre sia una battaglia di buon senso, a difesa dei diritti dei minori. Come leggiamo su Tag43, Jacopo Coghe, presidente di Pro Vita Onlus, ha così commentato: “La legge riconosce che i figli nascono solo da un uomo e da una donna, sbarrando la strada a derive ideologiche e anti-scientifiche, che vorrebbero legittimare le adozioni per coppie omosessuali o pratiche disumane come l’utero in affitto”. (Continua a leggere dopo la foto)

Alessia Crosini, invece, da presidente di Famiglie Arcobaleno parla di “ideologia” di una certa parte politica che vorrebbe “cancellare l’esistenza e i diritti” dei genitori gay.

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