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Boom di assunzioni al ministero degli Esteri, tutti contro Di Maio: “Senza vergogna”

Pubblicato il 22/12/2020 15:34

Il sospetto c’era, ma adesso arrivano anche le conferme. Quando si ha avuto modo di vedere l’emendamento all’art. 161 della legge di bilancio approvato in commissione, tutti hanno subito pensato a una immediata ridistribuzione di poltrone, stipendi e quindi di consolidamento del potere. Il protagonista è Di Maio, che grazie all’emendamento a firma dell’on. Suriano dei Cinque stelle, ottiene “di autorizzare il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) ad assumere a tempo indeterminato, nell’anno 2021, 100 dipendenti della II area funzionale e 50 dipendenti della III area funzionale a decorrere dal 2021, di ulteriori 18 unità a decorrere dal 2022 e di ulteriori 50 unità a decorrere dal 2023″.

I soldi li prelevano dall’articolo 209, quello che Il Tempo definisce “articolo delle marchette per i parlamentari”. Senza vergogna. Amaro il commento di Claudio Borghi della Lega, che ha portato allo scoperto la manovra dei Cinque Stelle, indicando “l’emendamento più sfacciato approvato in bilancio. Già intravedo gli spumanti stappati fra gli unici non ancora sistemati del liceo di Di Maio”.

Anche Marco Rizzo, però, si allinea al pensiero di Borghi e di molti lucidi osservatori. Rizzo attacca Luigi Di Maio per le assunzioni alla Farnesina autorizzate nella manovra di bilancio. L’esponente comunista è durissimo: “Con Di Maio una valanga di assunzioni alla Farnesina? Guardate l’emendamento all’art. 161 della legge di bilancio approvato in commissione – denuncia Rizzo sui social – Firmato dall’On. Suriano del M5S”.

Si legge nell’emendamento: autorizzare il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) ad assumere a tempo indeterminato, nell’anno 2021, 100 dipendenti della II area funzionale e 50 dipendenti della III area funzionale a decorrere dal 2021, di ulteriori 18 unità a decorrere dal 2022 e di ulteriori 50 unità a decorrere dal 2023. “I soldi arrivano dall’articolo 209, o meglio conosciuto come la “marchetta per parlamentari. Senza parole e senza vergogna”, tuona Rizzo.

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