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“Siamo con l’acqua alla gola”. I debiti uccidono famiglie e imprese: “Siamo nelle mani degli usurai”

Pubblicato il 06/06/2022 11:49

Mentre Landini e la sinistra parlano di patrimoniale, e mentre il sinistro direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini dice che chi non paga le tasse andrebbe messo ai lavori forzati, c’è un intero Paese, il nostro, che è schiacciato dai debiti e non ce la fa più. Inflazione alle stelle, stipendi tra i più bassi d’Europa e che non crescono dal 1990, carrelli della spesa sempre più vuoti e salati, immobili pignorati, case all’asta bollette di luce e gas che si accumulano… Ecco il ritratto di un Paese ridotto alla fame dalle follie e dall’incapacità di Conte prime e Draghi poi, col minimo comune multiplo chiamato Speranza. Intanto si registra un boom di file ai monti dei pegni o ai Compro oro. Come scrive La Verità dando i numeri di questa crisi che il governo fa finta di non vedere, “è l’altro volto dell’Italia, quella schiacciata dai debiti, che non ce la fa più, che non regge il ritmo dei rincari, che sopravvive con lavori precari e cassa integrazione”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo lo sblocco delle cartelle esattoriali, in molti si ritrovano lo stipendio o la pensione pignorata per pagare gli arretrati delle tasse. “Non sono evasori, ma persone che non sono riuscite a rispondere all’appuntamento con il fisco a causa della crisi che ha morso tanti settori. Ma ora vogliono mettersi in regola. Non è corretto aggredire in questo modo i patrimoni dei cittadini”, tuona a La Verità l’Udicon, associazione dei consumatori che ha segnalato la gravità del fenomeno. “Dai dati della Banca d’Italia – scrive Laura Della pasqua – emerge che nel 2021 i debiti delle famiglie verso banche e società finanziarie sono cresciuti del 4,3% e a fine anno ammontavano al 64,6% del reddito disponibile. È proseguita a ritmi sostenuti l’espansione dei mutui. Nel 2021, segnala Via Nazionale, il loro tasso di crescita è più che raddoppiato, al 5%. L’indebitamento è destinato a peggiorare”. Secondo il centro studi del sindacato bancario Fabi, “negli ultimi 12 mesi è cresciuto di 810 milioni di euro l’ammontare delle rate non pagate relative ai mutui e ai prestiti concessi dalle banche”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il totale delle sofferenze delle famiglie è passato, da febbraio 2021 a febbraio 2022 (quindi prima dell’inizio del conflitto), “da 11,56 miliardi di euro a 12,37 miliardi, con una crescita in un anno del 7,04%. Nel trimestre da novembre 2021 a febbraio 2022, le sofferenze bancarie sono aumentate di 1,48 miliardi di euro (+ 13,55%). Nei prossimi mesi la mancanza di liquidità e la difficoltà di ripagare i finanziamenti si trasformerà in una vera e propria emergenza sociale. Come ha rilevato il centro studi Astasy analytics di Npls Re solutions, nel 2021 gli immobili pignorati dalle banche e battuti all’asta sono stati 84.475. I proprietari non riuscivano più a pagare il mutuo. Altri 39.086 immobili sono stati messi all’asta per situazioni di crisi, soprattutto aziendali, in seguito a procedure concorsuali collegate a fallimenti, concordati preventivi, ristrutturazioni, liquidazioni coatte”. (Continua a leggere dopo la foto)

Collegato al dramma delle famiglie c’è quello dei piccoli artigiani. “A fine 2021 il debito delle famiglie ammontava a 574,8 miliardi di euro, con una crescita di 21,9 miliardi rispetto all’anno precedente. L’importo medio per nucleo familiare è di 22.237 euro. Ci preoccupa il rischio di usura che potrebbe colpire soprattutto artigiani e piccoli commercianti. Costoro pagano il caro bollette due volte, prima come utenti domestici e poi come imprenditori per produrre o per riscaldare, rinfrescare e illuminare i negozi. Ricordo che il 70% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: non ha né dipendenti né collaboratori familiari. Chi si indebita rischia di finire nella rete della malavita organizzata e ha difficoltà a uscirne perché non riesce a saldare il conto”. È questo il quadro tracciato da Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. (Continua a leggere dopo la foto)

Una piaga nella piaga, quindi. Anche tra gli imprenditori il dramma dei debiti schiaccianti è in aumento. “Il caro bollette ha inciso non poco sui bilanci delle famiglie. Nonostante le misure di mitigazione messe in campo dal governo Draghi, le difficoltà economiche si sono intensificate, abbattendosi soprattutto sulle famiglie del Nord che presentano livelli dei consumi energetici maggiori che nel resto del Paese. La crisi economica ha incentivato l’avvicinamento delle organizzazioni criminali al mondo dell’imprenditoria. In particolar modo di quella composta dai lavoratori autonomi che, spesso, si indebitano per poche migliaia di euro ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire questi soldi, perché nel frattempo gli interessi hanno raggiunto livelli spaventosi”. Draghi batta un colpo.

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