In caso di danni da vaccino il percorso per vedersi riconosciuta la correlazione con la puntura è lungo e tortuoso. I tempi sono biblici, la competenza è delle regioni e la trasparenza scarseggia. Il governo ha stanziato soltanto 50 milioni, una somma irrisoria rispetto alle segnalazioni pervenute. L’analisi de La Verità sugli indennizzi da effetto collaterale.
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La situazione nel Regno Unito
Giusto per partire con un termine di paragone, nel Regno Unito sono stati pagati i primi indennizzi alle famiglie che hanno perso un parente in seguito alla vaccinazione anti Covid-19, o comunque a persone rimaste danneggiate da qualche effetto avverso. Ricevono al massimo 120.000 sterline, l’equivalente di 140.000 euro. La Nhs business services authority che gestisce il Vdps, il sistema che si occupa di valutare e, successivamente, autorizzare il pagamento a quanti abbiano riscontrato gravi reazioni avverse, ha confermato di aver ricevuto il 20 maggio scorso 1.681 richieste. In UK sono circa dodici le settimane necessarie per ottenere la valutazione delle cartelle cliniche. Tempi lunghi, certo, ma almeno qualcosa ha iniziato a muoversi.
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La situazione in Italia
Ad oggi, invece, in Italia l’unica notizia che abbiamo in merito agli indennizzi da reazioni avverse, sono quei 77.468,53 euro ottenuti dai parenti di un’insegnante di Genova, deceduta il 4 aprile 2021 a seguito della somministrazione di Astrazeneca. Benché l’Aifa riporti un tasso di segnalazione di 99 reazioni avverse ogni 100.000 dosi e di 18 eventi gravi ogni 100.000, molti danneggiati dal vaccino hanno comunque iniziato a muoversi per procedere nel tortuosissimo percorso necessario per vedersi riconosciuta una correlazione col vaccino anti Covid. A differenza del Regno Unito, quelli che hanno ottenuto già un indennizzo in Italia si conterebbero sulle dita di una mano.
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La reticenza del ministero
Come riportato da La Verità, al 31 dicembre 2018, erano 691 i danneggiati da vaccinazioni obbligatorie riconosciuti e indennizzati dal ministero della Salute, dei quali 27 deceduti. «Senza contare i soggetti riconosciuti ai sensi della legge 210/92, ma che non hanno ottenuto un soldo perché avevano presentato la domanda fuori dai termini di legge», ricorda Nadia Gatti, da 25 anni presidente del Condav, il coordinamento nazionale dei danneggiati da vaccino. «Una vergogna immensa. Stiamo parlando di persone che non miglioreranno mai, possono solo peggiorare le loro condizioni di vita. O morire, come spesso accade. Purtroppo però noi ci siamo, anche se le istituzioni fanno di tutto per nascondere la nostra esistenza dietro un silenzio colpevole».
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I fondi (ridicoli) stanziati da Draghi
Il governo Draghi ha stanziato la bellezza di 50 milioni di euro per il 2022, una cifra che è apparsa subito ridicola prima ancora di avere un’idea sul numero di richieste ufficiali “per i danneggiati da
complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni obbligatorie”, verranno presentate quest’anno. Come stabilito da alcune pronunce della Corte Costituzionale, beneficiari dell’indennizzo sono anche coloro che hanno avuto danni permanenti da campagne vaccinali soltanto «raccomandate» dalle autorità statali, esattamente come avviene per i vaccini anti Covid.
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Pochissima trasparenza sui numeri
Ma c’è un altro nodo. Dal 1 gennaio 2001 le competenze sono passate dal ministero della Salute alle Regioni, dove giungeranno, inoltre, le domande per indennizzo dalle vaccinazioni massive contro il virus della pandemia. La Lombardia, con 24 milioni di somministrazioni eseguite, ha ricevuto circa 200 richieste. L’Emilia Romagna 45, dopo aver inoculato 10,5 milioni di dosi. Il Veneto non vuole fornire dati, dice che è competenza dell’Aifa. Ça va sans dire che con questi classici scarica-barile all’italiana, la trasparenza va a farsi benedire. Benché le Regioni siano reticenti a fornire questi dati, se anche solo calcolassimo una media per ciascuna di venti domande di indennizzo, saremmo già a 400 presentate su tutto il territorio italiano.
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Le considerazioni dell’Avv. Ventaloro
«I 50 milioni di euro stanziati basterebbero per una sessantina di danneggiati in modo grave, senza considerare i morti per vaccino anti Covid», commenta l’avv. Luca Ventaloro, che da trent’anni si occupa di indennizzi fra Rimini e Roma. L’avvocato segue circa 200 adulti con reazioni avverse da inoculazioni anti Covid «per i quali ho già presentato la domanda», e almeno altrettanti minori che hanno avuto problemi «principalmente da vaccino Mpr (anti morbillo-parotite-rosolia), da anti meningococco e da anti epatite.Su questo tipo di pratiche ci vogliono almeno sei, sette anni per arrivare ad una loro definizione. Inoltre, solo il 5% dei bimbi danneggiati ottiene un indennizzo. Senza nemmeno parlare della successiva lentezza nei pagamenti, per i quali passano anche quattro anni. Alla luce di questa tragica situazione ci si chiede cosa accadrà con la marea di richieste degli ultimi sei mesi, per le vaccinazioni contro il Covid.
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Quanto spetta ai danneggiati
Nondimeno, i pochissimi “fortunati”, che nella sciagura di aver subìto un danno irreversibile si vedono riconosciuti il nesso con l’avvenuta vaccinazione, ottengono una pensioncina che va da un minimo 1.600 euro ad un massimo 1.800 euro ogni due mesi, più una tantum di circa 70.000 euro. Sarebbe possibile fare ricorso e ottenere un altro tipo di indennizzo che equivale a una pensione mensile di 4.000 euro, ma solo a patto di rientrare nella prima delle otto categorie previste, quella del danno più grave, come autismo o epilessia totale e irreversibile, la perdita di un arto o della funzionalità di un organo, perché si utilizzano ancora tabelle di lesioni e infermità più di ambito militare che civile), ripartita tra i familiari che prestano assistenza.
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Un paradosso scandaloso
D’altro lato, per le pericarditi infantili, il danno può essere valutato basso, da settima od ottava categoria, sempre che non peggiori nel tempo. «Pare che le commissioni militari stiano riconoscendo le richieste dei danneggiati da vaccino Covid, vedremo che cosa accadrà in autunno», rivela l’avv. Ventaloro. Ovviamente saranno contemplati solo danni gravissimi, mentre per tutte le altre patologie post vaccino che non ricevono nemmeno una diagnosi, non è previsto alcun indennizzo. Insomma, lo Stato obbliga a sottoporsi a sperimentazione farmaceutica ma se poi ti succede qualcosa ti lascia completamente da solo, in balia dei problemi di salute, di quelli lavorativi e delle spese mediche da affrontare. Un vero scandalo.
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