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Da novembre si torna a licenziare: tante famiglie rischiano un Natale amarissimo

Pubblicato il 22/10/2020 14:21

16 novembre 2020: questa la data al momento fissata sul calendario come termine del blocco dei licenziamenti, una manovra introdotta durante l’emergenza coronavirus per evitare che tanti lavoratori, di fronte alle difficoltà delle rispettive aziende, finissero per perdere il posto. E che, temono gli analisti, nel momento in cui verrà inevitabilmente a decadere darà il via a una vera e propria strage sul fronte occupazione. Ipotesi tutt’altro che remota, tanto da spingere il governo a rivedere in fretta piani e scadenze.

Da novembre si torna a licenziare: tante famiglie rischiano un Natale amarissimo

Stando a quanto fatto trapelare in queste ore da esponenti della maggioranza giallorossa, l’esecutivo starebbe valutando di allungare il blocco fino al 31 gennaio prossimo con un decreto legge, in modo da allinearlo alla scadenza dello stato d’emergenza. La cassa integrazione sarebbe invece allungata di altre 18 settimane utilizzabili fino a giugno, come emerso da un incontro tra i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, con i vertici di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno però rilanciato chiedendo di allungare il blocco dei licenziamenti. Per Maurizio Landini, “bisogna arrivare fino al 21 marzo”, mentre secondo il leader Uil Pierpaolo Bombardieri “la crisi sociale è dietro l’angolo”.

Da novembre si torna a licenziare: tante famiglie rischiano un Natale amarissimo

Una posizione definitiva, però, al momento ancora non c’è. Gualtieri e Catalfo hanno sottolineato la preoccupazione per la scelta di una data oltre la quale far cadere il divieto, che potrebbe dare il via a un’ondata di licenziamenti. Per questo hanno invocato un potenziamento degli ammortizzatori e delle politiche attive del lavoro, auspicando anche che la proroga del blocco sia legata non più alla cassa integrazione autorizzata ma solo a quella effettivamente autorizzata. Sembra tramontare, invece, l’idea di contributi aggiuntivi per le imprese.

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Confindustria, d’altronde, spinge da tempo affinché il blocco dei licenziamenti venga superato. Ma le imprese chiedono di non aggravare ulteriormente i loro costi. I nodi da sciogliere, insomma, restano tanti. E il tempo stringe: l’obiettivo è evitare che i prossimi mesi si trasformino in un’ecatombe per tanti lavoratori, che si troverebbero ad affrontare il Natale nel peggiore dei modi possibili.

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