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Europa, crolla il colosso immobiliare. Una grande banca italiana coinvolta. Effetto domino, tempesta in arrivo

Pubblicato il 11/12/2023 11:30
crisi immobiliare Europa Bce

Ricordate la crisi del 2008? Bene, se si continua così potrebbe ritornare. Ancora più forte, ancora più violente. Grazie alla folle strategia dell’Europa e della Bce che hanno innescato una vera tempesta immobiliare. Gli elevati tassi di interesse voluti da Lagarde hanno permesso alle banche di fare incetta di ricavi e di profitti, ma proprio a causa di quegli stessi tassi elevati, ora arriva il boomerang. Il crac della Signa Holding, società a capo del gruppo del magnate austriaco René Benko, è solo la prima spia che si accende sul cruscotto di una macchina in avaria. La società ha infatti avviato una procedura di ristrutturazione presentando istanza di insolvenza presso il tribunale commerciale di Vienna, dopo essersi ritrovata a corto di liquidità. I guai per Signa sono aumentati via via che la Bce ritoccava al rialzo i tassi. E ora nel meracto serpeggiano i timori di un effetto domino, tanto che è stato costretto a intervenire il cancelliere austriaco, Karl Nehammer: “È importante che chi ha investito non abbia problemi, specialmente le banche”. Ma è così? (Continua a leggere dopo la foto)
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L’attenzione sui finanziatori di Signa, che rischiano di non rivedere indietro almeno una parte del denaro prestato, ora è altissima. La viennese Raiffeisen Bank è tra gli istituti più esposti, mentre la svizzera Julius Baer, pur senza citare Signa, ha lasciato intendere di avere prestato al gruppo 640 milioni. Come ricorda Carlotta Scozzari nel suo approfondimento per Repubblica, “tra i finanziatori c’è anche l’italiana Unicredit, tramite la divisione austriaca: dovrebbero essere in ballo 600 milioni, distribuiti su più progetti e assistiti da garanzie”. In tutto questo cosa fa la Bce? Fa suonare l’allarme sugli intrecci pericolosi tra banche e società immobiliari. Invece di pensare ai danni creati non solo a queste grandi società ma anche ai comuni mortali che pagano il mutuo su una casa o che avrebbero voluto ottenerne uno per acquistare una abitazione. (Continua a leggere dopo la foto)

Altro allarme? Moody’s che si dice pessimista circa l’andamento delle banche nel 2024. Ne deriva, come insegna il caso Signa, che tra i settori più a rischio in termini di possibili fallimenti c’è proprio l’immobiliare. “La minore capacità delle società di onorare i debiti per via dei maggiori costi di finanziamento potrebbero condurre a perdite a carico delle banche”. Il professor Giacomo Morri spiega a Repubblica: “l’aumento dei tassi ha un duplice effetto negativo sull’intero mercato, con una ovvia ricaduta sulla riduzione negli utili e sul rischio di insolvenza. Inoltre, per chi ha del debito in scadenza, la ricerca di nuovo capitale è difficoltosa”. Il capolavoro europeo. Non contente del disastro creato con Covid e guerra in Ucraina, Ue e Bce stanno per dare la mazzata finale con la crisi immobiliare. Si salvi chi può.

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