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“Costretti a chiudere”. Il caro bollette annienta un’altra storica attività: “Eravamo aperti dai primi del ‘900”

Pubblicato il 28/09/2022 21:27

Le elezioni sono ormai passate ma l’Italia si trova a dover confrontarsi con i soliti vecchi problemi. Primo tra tutti quello del caro bollette. “Ad aprile scorso di energia ho pagato 1.198 euro. L’ultima bolletta, quella di agosto, segnava 11.697 euro. Esattamente dieci volte di più. Mi dite come faccio ad andare avanti?”. Sono queste le amare parole di Andreina Mancini, titolare della Pasticceria Sieni di Firenze. L’attività risale ai primi del ‘900 ed è situata accanto al Mercato Centrale, nel pieno del centro storico.
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“Io l’ho presa a metà anni Novanta e da allora mi sono sempre fatta in quattro per portarla avanti”, spiega la titolare, che aggiunge: “Ho tenuto aperto, rispettando le regole, anche durante la pandemia, pur in perdita per mesi e mesi. Ora l’aumento del costo delle bollette energetiche mi costringono a chiudere”. La decisione ormai è presa. “Se non cambia nulla il 31 ottobre tiro giù il bandone”. E con la chiusura della storica attività resteranno a casa anche gli otto dipendenti.
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Firenze Today riporta alcune testimonianze rilasciate dai clienti della pasticceria: “La speranza è quella di riaprire dopo qualche mese. Ma una volta che si chiude chi lo sa come vanno le cose. Certo che siamo preoccupati. Che faremo? Non lo sappiamo, cercheremo qualcosa”, dicono Matteo, 31 anni, e Irene, 40, tra la preparazione di un caffè e una pasta porta a un cliente. Nel frattempo, da dietro al bancone spiccano le ultime bollette, appese in bella vista dalla titolare. Quella di agosto è di oltre 11mila euro, quella precedente di oltre 10mila. La signora Andreina riflette sconsolata: “E non ho neppure tenuto l’aria condizionata. Serve un provvedimento subito, non abbiamo tempo di aspettare i tempi della formazione del nuovo governo”.
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Ma non solo caro energia, anche le materie prime sono diventate parte integrante del problema. Sono saliti anche i prezzi dei prodotti alimentari più utilizzati: caffè, farina, zucchero. “Il burro lo pagavo 6,90 euro al chilo. Adesso è a 11, quasi raddoppiato. Aumenti ingenti, ma fossero solo questi ce la faremmo. E’ la cifra delle bollette che è folle”. I prezzi di dolci, panini, caffetteria e quant’altro non sono aumentati. “Perché non credo sia giusto, far pagare questa situazione ai miei clienti”. Clienti che tra un po’, se nulla cambia, si troveranno di fronte una saracinesca chiusa.

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