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Tutti pronti al grande inciucio: «E’ un dovere partecipare». A due giorni dal voto arrivano i primi “segnali”

Pubblicato il 28/09/2022 20:36

Nemmeno è stato formato il nuovo governo che già arrivano i primi segnali di inciucio. I leader di Azione e Italia Viva, uniti durante le elezioni per formare il cosiddetto “terzo polo”, hanno già dato la loro piena disponibilità al confronto. “Meloni premier avrà la nostra opposizione”, ma “se chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole”, ha dichiarato Renzi. Anche Calenda ha detto la sua: “Se farà una bicamerale è un dovere di tutti partecipare e discutere”.
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Arrivano le prime aperture

A due giorni dalle elezioni politiche che hanno incoronato Fratelli d’Italia, Carlo Calenda e Matteo Renzi aprono al dialogo. La nuova maggioranza di centrodestra, infatti, riceve le prime aperture dalle forze politiche che dovrebbero farle opposizione. Se Meloni e alleati apriranno un nuovo tavolo per le riforme, il Terzo polo si siederà per discuterne insieme. Il voto del 25 settembre ha sancito una solida maggioranza alla Camera e al Senato per la coalizione di centrodestra, sebbene essa sia sprovvista dei due terzi necessari per cambiare direttamente in Parlamento la Costituzione. Dunque, se la Meloni vuole attuare alcune delle riforme promesse in campagna elettorale, deve decidere se procedere da sola e sottoporsi poi al referendum costituzionale (che in passato due volte su quattro ha visto vincere il No) oppure se cercare l’intesa con le opposizioni.
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La linea di Renzi

“Meloni premier avrà la nostra opposizione. Voteremo contro la fiducia, presenteremo i nostri emendamenti”, ha detto Matteo Renzi nella sua Enews, aggiungendo: “Se chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole”. Il leader di Italia Viva, chiuse la sua esperienza a Palazzo Chigi nel 2016 proprio dopo aver perso un referendum costituzionale. Da tempo l’ex premier sostiene l’idea del sindaco d’Italia, che è stata riproposta anche nel programma del Terzo polo.
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Le parole di Calenda

L’ “opposizione costruttiva” di Renzi è condivisa anche dal suo alleato Carlo Calenda. In giornata, durante la registrazione della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, ha detto: “Se Meloni farà una bicamerale è un dovere di tutti partecipare e discutere. Se farà proposte è un dovere partecipare”. Poi il leader di Azione ha precisato: “Sono radicalmente contrario al presidenzialismo. Non credo, però, che ci sarà nessuna riforma di tipo costituzionale”. In campagna elettorale, comunque, Calenda non dava molto credito all’efficacia di una bicamerale: “È più probabile che io arrivi su Marte”, aveva dichiarato. Ma si è detto convinto che le regole non vadano cambiate a colpi di maggioranza e che “prima o poi bisognerà fare una sola Camera: il bicameralismo perfetto è superato”.

Le posizioni di PD e 5 Stelle

Nelle scorse settimane anche il segretario del Pd Enrico Letta aveva esplicitato le sue intenzioni di collaborare: “Se ci sarà dibattito sulle riforme costituzionali noi ci saremo. Ma il presidenzialismo è una scorciatoia, un modo per dire: ‘Le istituzioni non sono efficienti, date al presidente che eleggeremo tutti i poteri e risolve lui tutto’”. Ora la palla passerà nelle mani della nuova segreteria del Pd. È invece prematuro parlare di un tavolo per le riforme secondo Giuseppe Conte che, comunque, ha detto di vedere rischi nel trapiantare a freddo il presidenzialismo nella tradizione parlamentare italiana.

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