x

x

Vai al contenuto

Quando la sconfitta brucia. Le esilaranti “facce da Maalox” del video di Fuori dal Coro (il VIDEO)

Pubblicato il 28/09/2022 13:45

C’è chi sospira, chi tiene lo sguardo basso, chi prova ad abbozzare un sorriso per nascondere la delusione. Una carrellata di facce variopinte, ognuna accomunata dallo stesso sentimento: la delusione per il risultato delle elezioni politiche. Quelle che hanno visto il successo di Giorgia Meloni, futuro premier e ormai quasi completamente trasformata in Mario Draghi, al quale tenta di assomigliare in maniera sempre più marcata. E che hanno visto disperarsi, a turno, i vari Enrico Mentana, Debora Serracchiani e via dicendo.

A raccogliere la lunga carrellata di “facce di chi non ci sta a perdere” è stato Francesco De Luca, autore di un servizio mandato in onda dal programma di Rete 4 Fuori dal Coro e dedicato proprio a loro, gli sconfitti incapaci di accettare il risultato. Enrico Mentana non trattiene un sospiro nell’introdurre il tema dell’esito elettorale, Serracchiani sposta i capelli e accarezza la guancia, forse un prurito dettato dal nervoso forse un tentativo di accarezzarsi da sola. E poi lui, Enrico Letta, il leader Pd che ha già annunciato di non volersi ricandidare al ruolo di segretario.

“Oggi è un giorno triste” sono le prime parole uscite dalla bocca di Letta, che non è poi riuscito a trattenere una smorfia con la bocca, dettata dalla conspavolezza della figuraccia fatta alle urne. C’è chi prova a scherzarci su, chi finge indifferenza. Chi prende atto del fatto che l’agenda Draghi sia ormai superata. E poi lui, Carlo Calenda, un altro degli sconfitti illustri dopo tanti proclami battaglieri.

Il primo gesto di Calenda in conferenza stampa è stato mettere le mani avanti, come a volersi già difendere prima ancora che qualcuno prendesse la parola. E poi Lucia Annunziata: “Non dico che non ha vinto la destra e ha perso la sinistra ma…”.

Ti potrebbe interessare anche: “In arrivo la sesta ondata”. Gli ipervaccinati di Israele lanciano l’allarme: e da noi c’è chi si sfrega già le mani