È davvero un gran brutto periodo per la sinistra a livello mondiale. Se in Italia il Pd è alle prese con uno scandalo dietro l’altro e in Europa infuria il Qatargate, la bomba ora esplode negli Usa. E di nuovo a tenere banco è la questione morale. Se larga parte della campagna elettorale americana di Biden si era retta su una presunta superiorità morale della sinistra (storia che si ripete anche da noi e che puntualmente viene smentita), su una presunta maggiore competenza e trasparenza rispetto a Trump, ecco che ora i fatti ribaltano tutto. Il Re è nudo. I dem Usa infierivano contro Trump dopo le perquisizioni in casa propria dove furono ritrovati documenti riservati. E ora la storia si ripete, uguale, in casa Biden. Altri sei documenti classificati sono stati infatti ritrovati durante una perquisizione dell’Fbi e del dipartimento di Giustizia durata 13 ore nell’abitazione dell’attuale presidente americano a Wilmington, in Delaware. (Continua a leggere dopo la foto)
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Questo è il quinto ritrovamento di documenti. Ne erano infatti stati ritrovati altri nell’ufficio privato di Biden, nel garage e nella stessa casa a partire dal 2 novembre, per un totale di una trentina di file, di cui non è ancora noto il livello di classificazione (confidenziale, segreto o i vari livelli di top secret). I federali che perquisiscono l’abitazione del presidente in Delaware, proprio come era avvenuto 5 mesi fa con quella di Trump in Florida, e le indagini parallele di due procuratori speciali che indagano sui due casi, sono un colpo duro per Biden, soprattutto per come viene ora percepito dall’opinione pubblica, non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo. (Continua a leggere dopo la foto)
C’è anche un altro fatto. È la prima volta nella storia che la residenza di un presidente in carica viene perquisita dall’Fbi. Sono state portate via anche carte che risalgono al tempo in cui era senatore, oltre al periodo in cui era vicepresidente. L’avvocato personale di Biden, Bob Bauer, ha affermato che la perquisizione della casa si è svolta sabato ed è durata 13 ore. “Il dipartimento di Giustizia ha portato via il materiale che riteneva rilevante per la sua indagine, inclusi sei documenti contrassegnati come classificati”, ha spiegato. (Continua a leggere dopo la foto)
Sono stati prelevati anche appunti scritti a mano durante gli anni della vicepresidenza di Biden. Bauer ha affermato che alla perquisizione hanno assistito i legali del presidente. E ora anche a sinistra il caso viene visto come compromettente in vista della campagna per la rielezione. Per questo si fa sempre più strada l’ipotesi di non considerare un bis di “Sleepy Joe”, come lo chiamano i trumpiani, accennando alla flemma e alla poca incisività dell’anziano presidente. I dem stessi, infatti, auspicano ora un candidato più giovane e dinamico.
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