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L’esercito di Conte: il premier ha triplicato i consulenti. Ecco quanti sono (e noi paghiamo!)

Pubblicato il 01/12/2020 17:12

Giuseppe Conte come Giuseppe Garibaldi. Uniti dal nome e dall’esercito dei Mille. Ma mentre Garibaldi e i suoi hanno unificato l’Italia, Conte i suoi hanno finito per distruggerla. L’esercito del premier non è proprio di Mille, ma ci siamo quasi: trattasi, infatti, di 750. Ed è il numero di consulenti che ha “creato” il presidente del consiglio da quando si è insediato. Un numero spropositato che potrebbe essere definito “popolo delle task force”. Come racconta Pietro De Leo su Il Tempo, “sommando i 450 componenti dei vari organismi di esperti disseminati nella prima ondata del Covid ai 300 in arrivo per occuparsi del Recovery Plan” si raggiungono appunto le 750 unità.

Dicevamo, a mille non si arriva, ma non dobbiamo disperare, da qui a fine mandato Conte potrebbe rivelarci qualche sorpresa. Scrive De Leo: “300 per stilare i progetti atti a mettere a frutto (auguri!) il Recovery Fund, e sei manager messi a capo di costoro, come annuncia il Presidente del Consiglio sul Corriere della Sera. Manco a dirlo, al Pd la scelta piace assai, con Matteo Ricci, sindaco dem di Pesaro, che rivendica la quota dei primi cittadini all’interno dell’organismo”.

Italia Viva, invece, stigmatizza la scelta di aver creato l’ennesimo carrozzone. Ettore Rosato, spiega: “Dovevamo dare un’accelerazione anche nei mesi passati perché non è un compito in classe. Di cabine di regia e task force ne abbiamo viste tante, come quella di Colao, forse un po’ troppe. Bisogna far lavorare le strutture della P.A, che già ci sono, serve una cabina di regia che è il consiglio dei ministri”. Pure il Movimento 5 Stelle, memore dell’esperienza Colao, a quanto trapela mastica male.

L’opposizione gongola: “Siamo su scherzi a parte?”, chiede Salvini. Da Fratelli d’Italia, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida attacca: “In perfetto stile Conte, ancora consulenze e incarichi per nascondere l’incompetenza dei ministri. Mentre famiglie e imprese sono in ginocchio a causa della crisi economica, il loro unico obiettivo – ha concluso – è creare nuove poltrone per spartirsele senza ritegno”.

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