x

x

Vai al contenuto

Consenso (dis)informato: cosa non ci dicono al momento della vaccinazione

Pubblicato il 10/08/2021 12:45 - Aggiornato il 10/08/2021 14:09

Mentre il governo italiano continua a puntare forte sui vaccini, rendendoli di fatto obbligatori per l’Italia sulla base di quel ricatto chiamato Green pass, ecco emergere ulteriori dettagli non solo su quanto fallaci siano i farmaci nella lotta al Covid, ma anche su quanto poco ancora oggi li conosciamo. Pensare, per esempio, che sulla base del Regolamento Ue 507 che disciplina l’autorizzazione per i vaccini, i cittadini dovrebbero essere informati con la giusta rilevanza riguardo rischi e benefici del prodotto. Un passaggio che, però, è stato fin qui totalmente ignorato.

Consenso (dis)informato: cosa non ci dicono al momento della vaccinazione

Il punto 10 del Regolamento Ue recita infatti: “È opportuno fornire ai pazienti e agli operatori sanitari informazioni chiare sul carattere condizionato delle autorizzazioni”. Il riferimento è al tipo di autorizzazione che ha portato all’immissione sul mercato dei vaccini anti-Covid: non con procedura standard ma “condizionata”, appunto, vista la situazione di emergenza. E quindi con un’acquisizione di dati molto più parziale, dettata dalla fretta, come dimostrato dagli effetti collaterali che hanno spinto i governi a cambiare più e più volte le regole, vietando la somministrazione di farmaci specifici ad alcune fasce d’età.

E invece, al momento della firma del modulo di consenso informato, al cittadino non viene comunicato nulla riguardo il carattere delle autorizzazioni ricevute dai vaccini. Ignorando così un regolamento che invece riterrebbe questa comunicazione “opportuna”. Né viene chiesto al paziente di leggere il foglietto illustrativo, che invece contiene proprio questo tipo di informazione. Una campagna vaccinale di portata vastissima, che interessa milioni di persone, durante la quale è stata però omessa una notizia che per il Regolamento Ue sarebbe doverosa.

Un passaggio probabilmente decisivo nella decisione del governo di evitare un vero e proprio obbligo vaccinale preferendo il ricatto del Green pass: in caso di intervento della Corte Costituzionale, infatti, sarebbe emerso il consenso viziato di chi ha ricevuto il vaccino, non messo nella condizione di conoscere appieno la verità in merito ai farmaci, con rischio di un pronunciamento contrario. E così, alla fine, Draghi & co. hanno scelto l’arma della costrizione indiretta: chi non si sottoporrà alle cure anti-Covid, non potrà avere indietro una vita normale.

Ti potrebbe interessare anche: “Se noi stacchiamo il fatto procreativo dalla relazione affettiva e sessuale si può ipotizzare…”