Una vera e propria farsa. Con queste parole molti utenti hanno bollato la famigerata commissione d’inchiesta Covid, promessa dal governo Meloni già durante la campagna elettorale che l’ha portata a diventare la prima premier donna d’Italia. E svilita, nei fatti, da una lunga serie di paletti che rischiano di renderela pressoché inutile. Una presa in giro, insomma, o poco più. Questa la linea adottata anche dal Giornale d’Italia, che ha puntato il dito contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il capo dello Stato ha tanto per cambiare imposto paletti antidemocratici, volti a proteggere il regime concentrazionario ed eversivo”. (Continua a leggere dopo la foto)
Commissione d’inchiesta Covid, una mezza fregatura. Ecco su cosa non potrà indagare

La testata ha anche ricordato come proprio in questi giorni sia arrivata la riabilitazione del dottor De Donno, il primo che aveva tentato di combattere il Covid curando i pazienti con il plasma dei guariti. Travolto dagli insulti dei colleghi e di certa stampa, si era tolto la vita nel 2021. Oggi la rivista scientifica BMJ ha confermato la bontà delle sue intuizioni, purtroppo decisamente troppo tardi. (Continua a leggere dopo la foto)

Insomma, oggi che il metodo De Donno viene riabilitato e che l’Aifa invita finalmente le vittime di reazioni avverse da vaccino a segnalare, ci sarebbero tutte le premesse per arrivare alla verità. E chiarire quali errori sono stati commessi durante la pandemia, pagati dagli italiani sulla propria pelle. E invece, alla fine, dopo le tante insistenze del Partito Democratico e di una parte del mondo della scienza, la commissione verrà alla luce in maniera stentata, privata di ogni arma. (Continua a leggere dopo la foto)

Il Giornale d’Italia se l’è presa anche con Fratelli d’Italia, che si sarebbe “lasciata imporre una agenda umiliante, una commissione abortita a nascere, che servirà solo ad assolvere tutti nel compiacimento inquietante del Capo dello Stato”.
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