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“Due anni nel pubblico o subito, ma con 500 euro, nel privato”. Storia (ordinaria) di Malasanità

Pubblicato il 30/01/2023 20:07 - Aggiornato il 30/01/2023 20:29

In Italia, per curare dei problemi al colon senza lungaggini e intoppi burocratici, occorre chiamarsi Andrea Bonafede. In verità c’è poco da scherzare sulla storia di Antonio, l’uomo di Milano che, ai microfoni di Radio Popolare, ha raccontato il calvario che ha patito per effettuare la colonscopia di cui necessita. Per due volte il Poliambulatorio di via Doria, in zona Piazzale Loreto, ha rinviato il delicato esame, regolarmente prenotato con relativa impegnativa addirittura nell’aprile del 2022. L’alternativa, secondo uno schema che purtroppo si ripete spessissimo, è di rivolgersi ai privati, dunque a pagamento, e allora niente liste d’attesa o continui rinvii. Basta sborsare 500 euro. “Per poter fare l’esame in temi rapidi, ho dovuto accettare di farlo a pagamento, per il 2 febbraio al Niguarda”, ha raccontato Antonio. Nella primavera del 2022, dunque, l’uomo ha fatto richiesta, l’esame era stato fissato per il 20 gennaio 2023 al Poliambulatorio di via Doria. Nove mesi dopo, e già questo non è un dato confortante. Ma, poi, solo alcuni giorni prima della data, gli è stato comunicato il rinvio dell’esame sino al 27 dicembre 2023, ovvero a quasi due anni esatti dalla data dell’impegnativa. (Continua a leggere dopo la foto)
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colonscopia dopo due anni o pagamento

Purtroppo c’è di più: pochi giorni dopo, è arrivata una nuova comunicazione, secondo la quale era stata annullata anche la visita del 27 dicembre prossimo. Infine, il signor Antonio ha dovuto giocoforza optare per l’esame a pagamento. I continui e scellerati tagli alla Sanità, ormai amministrata con criteri manageriali come una qualsiasi azienda, producono questo e altri emblematici casi di malasanità. Ve ne sono molti che affrontano o hanno affrontato le medesime vicissitudini. Radio Popolare ha, dunque, contattato la Direzione Generale dell’ospedale Fatebenefratelli Sacco, competente per il Poliambulatorio di via Doria. I suoi dirigenti sono stati invitati a intervenire durante la trasmissione, ma nessuno ha accettato. (Continua a leggere dopo la foto)

Vittorio Agnoletto, medico e conduttore della trasmissione sulla salute di Radio Popolare, che in molti ricordano anche per il suo attivismo politico ai tempi del G8 di Genova, ha giustamente stigmatizzato il fatto che, a fronte di liste d’attesa inesauribili, “saltino su come funghi ampie disponibilità per gli stessi esami nelle stesse strutture pubbliche ma soltanto in solvenza”, ovvero a pagamento.

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