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Un’Europa green soltanto a parole: “Nessuno Stato attua politiche sufficienti per il clima”

Pubblicato il 11/12/2019 10:31 - Aggiornato il 11/12/2019 11:17

La rivoluzione green, al momento, in Europa è soltanto un miraggio. Qualcosa di cui si parla tanto senza che però, concretamente, nessuno si rimbocchi le maniche in favore del clima. A dimostrarlo sono le classifiche del report sulle performance realizzato da Germanwatch, CAN e NewClimate Institute, con la collaborazione di Legambiente per l’Italia, presentato a Madrid nell’ambito della Cop 25. Le prime tre posizioni, quest’anno, non sono state assegnate, visto che nessuno tra i 58 Paesi esaminati, compresi quelli della zona Ue, ha raggiunto il minimo necessario per contrastare in maniera efficace i cambiamenti climatici in corso.

Clima, un'Europa green soltanto a parole: "Nessuno Stato attua politiche sufficienti"

Gli Stati esaminati non sono riusciti a evitare di superare la soglia critica dell’aumento di temperatura di 1.5°C tracciata dagli accordi di Parigi. Si tratta di Paesi che rappresentano, complessivamente, circa il 90% delle emissioni globali. Nella classifica, l’Italia è scesa al 26° posto rispetto al 23° dello scorso anno (e al 16° di due anni fa), nonostante una piccola riduzione delle emissioni (-1% nel 2018 rispetto all’anno precedente). L’analisi è però impietosa soprattutto nei confronti dell’Europa vista nella sua interezza.

Clima, un'Europa green soltanto a parole: "Nessuno Stato attua politiche sufficienti"

La performance è misurata, attraverso il Climate Change Performance Index (CCPI), prendendo come parametro di riferimento gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e gli impegni assunti al 2030. Il CCPI si basa per il 40% sul trend delle emissioni, per il 20% sullo sviluppo sia delle rinnovabili che dell’efficienza energetica e per il restante 20% sulla politica climatica. Al quarto posto si classifica ancora una volta la Svezia, da sempre molto attenta a queste problematiche, seguita dalla Danimarca che fa un grande passo in avanti salendo di dieci posizioni rispetto allo scorso anno. Tra i paesi emergenti, l’India migliora ancora la sua performance posizionandosi al 9° posto, grazie alle basse emissioni pro-capite e al considerevole sviluppo delle rinnovabili.

Clima, un'Europa green soltanto a parole: "Nessuno Stato attua politiche sufficienti"

Piccolo passo avanti per la Germania, ora al 23° posto grazie alla recente approvazione del pacchetto clima, che prevede tra l’altro il phasing-out del carbone entro il 2038. La performance negativa dell’Italia è invece dovuta principalmente al rallentamento dello sviluppo delle rinnovabili (29 esima posizione) e a una politica climatica nazionale inadeguata agli obiettivi di Parigi. La bozza del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) consente solo una riduzione delle emissioni al 2030, di appena il 37% (con una proiezione al 2050 del 64%). Un passo indietro rispetto alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) adottata nel dicembre 2017 che fissava un obiettivo del 42%. In generale, i passi indietro dell’Ue sono dovuti alla scarsa efficacia delle politiche nazionali che rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi al 2030 per clima ed energia.

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