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“La ca***ta del secolo”. Ecco le chat dell’inchiesta sul Covid: cosa si scrivevano Brusaferro, Ranieri Guerra & Co.

Pubblicato il 06/03/2023 10:17
chat Ranieri Guerra Brusaferro
Ranieri Guerra e Brusaferro

Le carte dell’inchiesta della procura di Bergamo sono una miniera d’oro della verità sul Covid e sulla gestione della prima ondata. Emergono infatti nuovi particolari grazie all’indagine su quelle drammatiche settimane a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo del 2020. E nei prossimi giorni altri “succulenti” dettagli verranno resi noti. Intanto ci accontentiamo delle chat di quei giorni (riprese da Il Giornale) tra il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro (ora anche indago per omicidio colposo nel suo ospedale, il Bambin Gesù), e l’allora numero due dell’Oms, Ranieri Guerra (di cui abbiamo scritto tanto anche in passato). Inoltre, sono interessanti i messaggi da cui emerge tutto lo stato di confusione che avevano l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’allora ministro della Salute Roberto Speranza. (Continua a leggere dopo la foto)
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Proprio Conte e Speranza, ricordiamolo, sono due degli indagati per epidemia colposa. Non solo le chat tra Ranieri Guerra e Brusaferro, interessante è leggere cosa scriveva in una chat il 23 febbraio 2020 Giuseppe Ruocco, allora segretario generale del ministero della salute: “Sta succedendo di tutto: pareri del comitato difformi da Conte e ministro, ripensamenti sollecitati, gente richiamata a venire qui… la guerra mondiale”. E ancora: “Qui si stanno demoralizzando tutti e il ministro ormai è nel pallone“. Anche a partire da queste parole di Ruocco la procura di Bergamo, negli atti di chiusura delle indagini, sottolinea come non si possa “non segnalare il ritardo del ministero della Salute nella gestione dell’emergenza”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ricordiamo infatti che solo il 4 marzo 2020 venne approntava una prima stima dei costi per l’acquisto di attrezzature ospedaliere, quando ormai in Lombardia vi erano già 1.820 casi, 73 deceduti e 209 persone in terapia intensiva. Il 15 marzo, in pieno del lockdown nazionale (una vergogna inamissibile anche con il senno di poi), Ranieri Guerra scriveva a Silvio Brusaferro in chat: “Ma fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo“. E il presidente dell’Iss rispondeva: “No, è che ognuno va per conto suo”. E Ranieri Guerra: “Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti… ha convenuto, spero”. In altre conversazioni si legge Brusaferro scrivere: “Il tema è che tutti pensano che il test serva a qualcosa”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tutto allo sbando

E infatti un’altra problematica che emerge ancora dall’inchiesta è che “né il Ministero, né la task force istituita presso il Gabinetto, né il CTS, né, tantomeno le regioni, avevano previsto lo stoccaggio di tamponi e di reagenti, ma si erano limitati ad una semplice ricognizione dell’esistente”. Non solo il problema di cosa si scrivevano in char, dunque, ma nulla era stato fatto nemmeno riguardo l’ampliamento del numero di laboratori in grado di diagnosticare il Covid: “Nelle prime settimane dell’epidemia i tamponi processati nei laboratori regionali dovevano poi essere trasmessi a Roma per la conferma da parte del laboratorio dell’ISS”. Emerge un quadro drammatico di un Paese senza guida in cui tutto era allo sbando. Il contesto perfetto per gli squali che in quei giorni hanno iniziato a fiutare l’affare…

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