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Ecco come ti ammazzo l’agricoltura italiana: il governo e il caso CETA

Pubblicato il 06/02/2020 17:09 - Aggiornato il 07/02/2020 10:21

Lo chiamano Ceta, si può tradurre “disgrazia delle aziende agricole italiane”. A Parma, capitale italiana della cultura e capitale italiana della pasta, da quest’anno sarà prodotta pasta con solo grano duro italiano. Purtroppo, però, come scrive Egidio Bandini su Il Giornel, “i geniali politici seduti al governo hanno ratificato l’arcifamoso trattato ‘tossico’ con il Canada, il CETA”. E i risultati li denuncia Coldiretti Emilia Romagna: “Aumenta di oltre 11 volte la quantità di grano importato dal Canada in Italia”. Un dato sconvolgente, frutto di un’analisi di Coldiretti su dati Istat riferiti ai primi otto mesi dell’anno 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018.

“Il risultato – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – è che oggi quasi quattro chicchi su dieci che vengono dall’estero sono canadesi, dove non si rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese a partire dall’utilizzo dell’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole”. Insomma, ce le andiamo a cercare tutte, perché, oltre i rischi per la salute “la situazione – scrive ancora Coldiretti – fa concorrenza sleale al made in Italy e mette in pericolo la vita di oltre trecentomila aziende agricole”.

L’accordo commerciale CETA, dunque, ha contenuti decisamente contrari, per non dire nemici, dell’Italia e del Sud in particolare. Il Sud, infatti, per fare un altro esempio, negli accordi stilati dall’Unione Europea con il Canada e con la Cina, ha subito un attacco distruttivo senza precedenti per la sua già fragile economia, visto che – come sottolinea Ragusaoggi – hanno riconosciuto come “protetti” solo 4 prodotti meridionali su un totale di 41 prodotti italiani, nell’accordo con il Canada, e solo 1 prodotto meridionale su 26 prodotti italiani nell’accordo con la Cina.

Questi accordi sono deleteri per la nostra nazione, e vanno a totale danno della qualità dei nostri prodotti. Inoltre, come denunciano in molti, così si rischia di uccidere davvero l’economia del Sud Italia. In pratica, dunque, accadrà che mangeremo sempre più prodotti che arrivano dal Canada (dove si usano pesticidi in modo sregolato) e sempre meno prodotti sani e nostrani. Sarà il caso di intervenire anche su questo fronte? Sì, è più che necessario.

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