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Certi amori non finiscono: Conte vuole Casalino al centro del suo “nuovo” M5S

Pubblicato il 21/05/2021 13:55

Alta tensione in un Movimento Cinque Stelle segnato da mille spaccature, con un nuovo corso, quello del già designato Giuseppe Conte, che fatica a decollare e alle prese con sondaggi che continuano a non premiare le scelte del recente passato. Con la rottura con Davide Casaleggio a tenere ancora banco, Beppe Grillo che dopo la gaffe del video in difesa del figlio Ciro accusato di stupro continua a tenersi alla larga dalle polemiche e il dibattito sul secondo mandato ancora attualissimo.

Certi amori non finiscono: Conte vuole Casalino al centro del suo "nuovo" M5S

In un quadro così complicato si inserisce Giuseppe Conte, che continua a tenere un po’ dentro e un po’ fuori il Movimento, leader sulla carta che non ha ancora deciso di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Ma già al lavoro su alcuni punti. Oltre alla lite con Casaleggio per la lista degli iscritti, infatti, al vaglio del premier c’è anche l’ipotesi di formare di nuovo la vecchia squadra di collaboratori che l’aveva assistito ai tempi di Palazzo Chigi. A partire, ovviamente, dall’intramontabile Rocco Casalino, il jolly della sua esperienza di governo.

Secondo La Stampa, proprio Casalino sarebbe in cima alla lista di nomi che Conte vorrebbe al suo fianco una volta diventato punto di riferimento del Movimento. Notizia che, però, non sembra essere stata accolta molto bene da una parte dei Cinque Stelle, con il capogruppo alla Camera Davide Crippa che avrebbe già espresso tutta la propria contrarietà al ritorno dell’ex portavoce di Conte. Anche perché una domanda ronzerebbe già in testa a tanti pentastellati: “E ora, questo, chi lo paga?”.

La risposta più scontata sembra essere “il partito”. Ma in realtà in molti tardano ancora nel versare i finanziamenti al Movimento, le casse sono quasi vuote e l’idea di una nuova carica dei Conte-boys non sembra piacere quasi a nessuno. Anche perché il rischio è che, per rimettere in piedi la squadra dell’ex premier, siano necessari sacrifici economici su altri fronti. A partire dalla sede nel cuore di Roma che, a questo punto, potrebbe non vedere mai la luce.

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