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“Esasperata dalle cartelle esattoriali”. Il dramma di un’imprenditrice finisce in tragedia

Pubblicato il 13/05/2023 13:11 - Aggiornato il 13/05/2023 13:13

Ha legato una corda a una trave della camera da letto e ha tentato di impiccarsi, decisa a togliersi la vita. Un storia terribile, quella che arriva da Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, dove una donna ha compiuto un gesto disperato che, secondo il marito, sarebbe legato alla depressione dovuto allo stress provocato da una lunga battaglia con l’Agenzia delle Entrate. La signore, imprenditrice cinquantenne, continua infatti da tempo a ricevere conti da pagare, nonostante il giudice abbia più volte sospeso la validità delle cartelle esattoriali ricevute per un ammontare di circa 300 mila euro. Tutto era iniziato nel 2019 quando la donna, titolare di una piccola azienda di carpenteria metallica a gestione famigliare, era finita al centro di un’indagine. (Continua a leggere dopo la foto)
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Schiacciata dalle cartelle esattoriali, tenta il suicidio

Alla signora era stata contestata la falsa fatturazione relativa all’anno di imposta 2014. Come spiegato dal Corriere della Sera, la società della donna avrebbe emesso documenti contabili in favore di una ditta straniera che in un primo momento sembrava inesistente e che poi, invece, sarebbe risultata effettivamente operativa. L’inchiesta si muoveva lungo i due binari, quello penale e quello tributario. Che però non sembravano comunicare l’uno con l’altro. (Continua a leggere dopo la foto)
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cartelle esattoriali tenta suicidio

Se infatti l’indagine dei magistrati di Treviso si era conclusa con l’assoluzione della donna, il giudice per il procedimento promosso dall’Agenzia delle Entrate aveva accolto le contestazioni mosse contro la signora. Il risultato? Alla 50enne erano state recapitate una serie di raccomandate che intimavano il pagamento di tranche da 50 mila euro entro un termine di 60 giorni. (Continua a leggere dopo la foto)

“Non ha retto allo stress di una situazione paradossale che sembra senza uscita – ha spiegato il marito, accorato dopo il gesto della moglie – le cartelle arrivavano una dopo l’altra, circa ogni 20 giorni. Lei era in prima linea da anni nel combattere uno Stato che se la prende sempre con chi è piccolo e debole e mai invece con i veri evasori. Adesso però mia moglie è in coma all’ospedale di Mestre e io mi chiedo: chi ridà alla nostra famiglia la serenità che ci è stata tolta così brutalmente?”.

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