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Caos-corsie negli ospedali: i risultati (drammatici) delle promesse tradite dalla sinistra italiana

Pubblicato il 13/05/2022 11:35

Pazienti abbandonati a loro stessi per ore e ore, in attesa di una visita o di un responso. Pronto soccorso strapieni, affollati all’inverosimile. Scene che, purtroppo, ci siamo ormai abituati a considerare ordinaria amministrazione, in un’Italia segnata, nelle ultime settimane, dallo scandalo dei posti letti che mancano al Cardarelli di Napoli o degli anziati ammassati in pochi metri quadri al San Camillo di Roma. I motivi? Sempre i soliti: mancanza di personale, di medici e infermieri, con i dipartimenti al collasso. Addirittura, ormai, si cercano dottori attraverso appositi portali online, nelle chat, nei gruppi social. Un’emergenza che spinge a reclutare professionisti in ogni modo, anche pagando.

Le cause dietro questo disastro? Anche qui, le solite. In primis le promesse di una politica che continua a non intervenire. Con l’approssimarsi delle ferie estive, come spiegato da La Verità, tra personale mancante, circa 4.200 medici che non rispondevano all’appello alla fine del 2021, dimissionari (circa 100 al mese da inizio anno) o disponibile ma sospeso perché non vaccinato, la situazione “diventerà drammatica”. E a poco sono servite le rassicurazioni fornite dal ministro della Salute Roberto Speranza, alle quali ormai in pochi sembrano credere.

Speranza aveva parlato di “qualche altro anno difficile da gestire” promettendo però anche una rapida inversione, la fine della stagione dei tagli e nuovi, “grandi investimenti sulla sanità nel suo complesso, in modo particolare sul personale sanitario”. Gli allarmi che arrivano dagli ospedali italiani dimostrano, però, il contrario: dopo aver perso 37 miliardi di euro in dieci anni, la sanità italiana è ancora prigioniera di macchinari datati, risorse umane insufficienti, strutture ormai inadeguate. E il rischio è che il quadro possa addirittura peggiorare.

Pd e Leu continuano a parlare di una spesa da 10 miliardi di euro l’anno in ospedali, ma gli investimenti sulla sanità, numeri alla mano, sono passati dai 123,4 miliardi di euro del 2020 ai 129 del 2021. Nel 2022, si è scesi invece a 125, nei prossimi anni si andrà a 124 miliardi. In calo, dunque. E con problematiche ancora irrisolte, a conferma di come non sia sufficiente stanziare risorse per trovare soluzioni: 1,5 miliardi di euro sono stati recentemente destinati, per esempio, al “raddoppio dei posti letto in terapia intensiva”. Eppure, da Nord a Sud, continuano pericolosamente a mancare.

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