Ha provato a indossare i panni di un calciatore professionista, Beppe Grillo. Lanciandosi, a dispetto dell’età non proprio in linea con i fenomeni che calcano i campi di Serie A, in una serie di dribbling un più difficile dell’altro, evitando ogni domanda insidiosa, ogni ragionamento che avrebbe potuto portarlo a esporsi in un momento così delicato per il Movimento. Nessuna presa di posizione ufficiale sulle faide interne che squassano il partito. Soltanto un colloquio con Davide Casaleggio, comunque tutt’altro che risolutore, in attesa dei tanto discussi Stati Generali in arrivo nelle prossime settimane.
Grillo non parla, insomma, e però fa capire tanto, a modo suo. Ribadisce costantemente come la linea giallorossa, da lui fortemente caldeggiata, sia la migliore possibile. Intervenuto in videoconferenza al Parlamento Ue per iniziativa di David Sassoli, il fondatore del Movimento non ha esistato a lodare l’operato di Ursula von der Leyen, definendola addirittura “straordinaria”, sbrodolandosi poi come tutti i vertici pentastellati per il successo del referendum e arrivando a sostenere di “non credere nella rappresentanza parlamentare ma nella democrazia diretta”. Provocazione buona a spostare altrove le attenzioni mediatiche, ma non sufficiente a spegnere i fuochi che divampano tra le truppe grilline.
Nonostante le rassicurazioni, il clima di contrasto aperto con Casaleggio è infatti evidente. L’Adnkronos parla di una proposta avanzata dall’imprenditore per diventare fornitore esterno dei servizi, offerta che però il Movimento avrebbe rispedito al mittente. La ressa, però, non si riduce a un banale Grillo contro Casaleggio. Diversi esponenti pentastellati si sono schierati dalla parte di Alessandro Di Battista, vedi Gianluca Vacca o Simone Valente. Alcuni parlamentari si mostrano insofferenti verso i vertici dei ministeri, diversi consiglieri regionali hanno criticato l’operato dei parlamentari. Insomma, se non siamo al caos più totale poco ci manca.
Crimi, in tutto questo, si trova con un numero infinito di problemi da risolvere in elenco. A partire dall’organizzazione degli Stati Generali, tutt’altro che semplice. E passando poi per la linea da adottare nei confronti di chi continua a violare le norme. Al momento l’orientamento prevalente è quello di mostrare i muscoli, con 6 o 7 provvedimenti disciplinari, svela Repubblica, già pronti. Ma anche con la consapevolezza che procedere ad altre espulsioni non farebbe che accelerare i tempi di una crisi senza ritorno.
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