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Cacciari seppellisce il Pd. La durissima intervista del filosofo su Bonaccini, Schlein & Co.

Pubblicato il 10/01/2023 12:12

Massimo Cacciari, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, ha lanciato più di una bordata a sinistra, in particolare nei confronti del Pd, mandandolo a tappeto. Dice il filosofo commentando l’ultimo, estenuante congresso del partito: “Un dramma senza contenuti”. E mai sintesi filosofica fu più azzeccata. Cacciari spegne ogni entusiasmo e afferma: “Non ci si può appassionare. Credo di condividere questo pensiero con la quasi totalità degli italiani”. Secondo il filosofo, mancano “programmi definiti e grandi personalità che sappiano interpretarli”. Quelli che ci sono non sarebbero in grado di portare nessuna novità, a suo parere: “Anche il programma della persona di cui ho più stima, Gianni Cuperlo, è in gran parte quello che presentò Zingaretti tre anni fa, poi perduto nel vuoto totale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sui due candidati alla segreteria più forti, Schlein e Bonaccini, Cacciari ha detto: “Sono della stessa Regione, della stessa istituzione e addirittura l’una è stata scelta dall’altro come sua più prossima collaboratrice. Dico io, ma se vi siete messi a lavorare insieme in Regione – nella fort apache del Pd, che ormai è asserragliato tra Modena, Reggio e Bologna – sarete abbastanza d’accordo tra di voi o no?”. A suo dire, non si salverebbe nulla: “Non si discute di linea politica, né di cultura politica. Qual è la prospettiva italiana in Europa, quale Europa vogliono Schlein e Bonaccini, oltre a dire che sovranisti e populisti sono cattivi?”. Come dargli torto. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, parlando di Giorgia Meloni e dell’ampio consenso di cui ancora gode, Cacciari a sorpresa ha detto: “È una persona che ci sa fare: dal punto di vista comunicativo e di immagine è molto meglio di chi l’ha preceduta, e questo conta. Secondo: gli italiani ormai hanno capito tutti che dal punto di vista economico e finanziario i binari sono quelli: si può scegliere una velocità o un vagone diverso, ma la strada non si cambia”. Alla faccia dei rosiconi.

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