Cori, insulti, applausi di scherno. Il tour di Giuseppe Conte in Lombardia per sostenere i candidati del Movimento Cinque Stelle non è iniziato proprio nel migliore dei modi, con la tappa a Desio, in Brianza, scandito dalle contestazioni nei confronti dell’ex premier, oggi leader del M5S. Con lo staff del diretto interessato che ha cercato di sminuire la portata dell’accaduto, sostenendo si trattasse di pochi manifestanti controllati dalle forze dell’ordine. E con i video che hanno subito iniziato a circolare in rete che, però, parlano chiaro.
L’accoglienza nei confronti dell’ex premier, che poco dopo le contestazioni ha lasciato Desio per proseguire altrove la sua campagna elettorale a sostegno del Movimento, non è stata delle più tenere. “Assassino, assassino” si sente urlare dalla folla, decisamente più nutrita di quanto gli esponenti Cinque Stelle hanno cercato di dipingere (il capogruppo in Consiglio regionale Massimo De Rosa ha parlato di 15 persone). E poi altri cori, sempre rivolti a Conte. Non proprio dolci parole, per usare un eufemismo.
Il segno di come Conte non abbia proprio lasciato un bel ricordo negli italiani, nonostante il totale asservimento dei media mainstream che hanno raccontato a lungo la favola dell’Italia “modello per tutto il mondo” durante i primi mesi della pandemia. “Venduto” è stato un altro degli aggettivi più gettonati dai manifestanti, un centinaio almeno. Nel mirino anche i rapporti tra l’ex presidente del Consiglio e la Cina.
Un Conte evidentemente scosso, quello che si è allontanato dalla città lombardo dopo aver assistito alla manifestazione. Tanto da sbagliare successivamente il nome della candidata del Movimento a Milano: Layla Pavone è diventata di colpo “Layla Romano”, con tanto di ironia su quanto il leader dei Cinque Stelle conosca gli esponenti in corsa nella Regione. “Soltanto stanchezza – ha provato a giustificarlo ancora De Rosa – La candidata Pavone è fortemente appoggiata da Conte, si conoscono e hanno parlato più volte”.
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