La situazione per i lavoratori autonomi è a dir poco disastrosa. Tra bollette pazze, versamenti al fisco ed aumento delle materie prime, ancora oggi è in alto mare l’indennità speciale di 200 euro destinata a chi ha una Partita Iva, e un reddito inferiore a 35mila euro, inserita nel primo decreto Aiuti (approvato a maggio). In teoria, almeno sulla carta, dovrebbe arrivare un ulteriore sostegno alle Partite Iva attraverso il decreto Aiuti ter, seppur limitato nei fondi. Di contro, quello precedente resta ancora inattuato.
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Lavoratori di Serie A e Serie B
Come scrive Verità&Affari, nella migliore delle ipotesi, il bonus sarà erogato a novembre, ma c’è il pericolo di un ulteriore slittamento a dicembre. Peccato che in un simile contesto di crisi crescente, sarebbe opportuna un’accelerazione, anche solo per dare una boccata di ossigeno alle attività che rischiano di chiudere. L’intera tenuta economica del Paese, infatti, è a serissimo rischio. A generare ancor più frustrazione nel popolo delle Partite Iva, poi, c’è anche la discrepanza tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. I primi, infatti, hanno già percepito la somma tra giugno e luglio senza alcun problema. Per lo Stato sembrano esserci lavoratori di serie A ed altri di serie B, ormai è acclarato.
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Cinque mesi di ritardo
Come giustamente fa notare Verità&Affari, è ancora più surreale che ciò avvenga in una campagna elettorale in cui ogni forza politica si sgola a sostenere di voler essere accanto ai lavoratori. «Le ultime novità fanno intendere che il bonus 200 euro verrà elargito nel mese di novembre», dice la presidente del Coordinamento libere associazioni professionali (Colap), Emiliana Alessandrucci. «Ci sono – osserva – ben 5 mesi di ritardo rispetto alle altre categorie». Ebbene, al netto delle promesse tipiche del periodo elettorale, un fatto è certo: al momento non è ancora possibile presentare le domande per il bonus destinato alle Partite Iva. La data ipotizzata è quella del 26 settembre, ma «bisogna attendere il contenuto dell’apposito decreto, che dovrebbe essere pubblicato a stretto giro», apprende il quotidiano di Maurizio Belpietro da chi sta seguendo il dossier.
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Il governo è rimasto sordo alle proteste
L’iter della misura è stato problematico fin dagli esordi. I motivi sono da ricercarsi nelle solite farraginosità della burocrazia italiana, unitamente alla difficoltà nel dare risposte tempestive. Il decreto Aiuti ha rimandato l’attuazione della norma a un apposito regolamento, da predisporre entro il 17 luglio. Una scadenza attesa con grande attenzione da chi sperava di ricevere i 200 euro prima che finisse l’estate. Invece niente: come spesso accade, il termine è stato oltrepassato. A nulla sono valse le proteste delle associazioni di categoria e le denunce arrivate, in varie interrogazioni, alla Camera.
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