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Il blocco degli sfratti sta per scadere: una bomba pronta a esplodere (nel silenzio del governo)

Pubblicato il 11/02/2021 12:19

Un’Italia in bilico, segnata da una crisi economica senza precedenti che si è abbattuta sulle famiglie. E che rischia pericolosamente di vedere esplodere tensioni sociali su tanti fronti, a partire da quello abitativo. Con due diritti in conflitto: da una parte quello dei proprietari di farsi giustamente riconoscere l’affitto. Dall’altra, quello degli inquilini di essere aiutati in un momento in cui, complici le restrizioni e la latitanza del governo, arrivare a fine mese è sempre più difficili. A Torino, il Comune ha in queste ore firmato un protocollo d’intesa proprio per favorire soluzioni concordate tra le due parti in caso di sfratto per morosità.

Una decisione accompagnata dal rafforzamento del fondo “salvasfratti” da cui attingere per poter aiutare da una parte l’inquilino in difficoltà e dall’altra il proprietario, potenziato di 400 mila euro. Un intervento deciso per anticipare un momento drammatico, già segnato in rosso sul calendario: 1 luglio, il giorno in cui stando al testo del decreto Milleproroghe scadrà lo stop agli sfratti e migliaia di richieste potrebbero diventare esecutive.

I numeri riportati dal Corriere della Sera fotografano una situazione che rischia di farsi presto esplosiva: nei primi 9 mesi del 2020 le convalide di sfratto sono state 38 mila, aggiungendosi alle oltre 48 mila del 2019. Cosa succederà quando il blocco verrà meno? Un’emergenza che preoccupa non poco i sindaci e i presidenti di Regione. I sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat e Unione degli inquilini) hanno scritto alle Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali per chiedere la proroga dello stop, auspicando la nascita di una tavolo nazionale per trovare un definitivo punto d’incontro.

Una situazione che si trascina da quasi un anno e mezzo. Gli inquilini, costretti a non lavorare a causa delle restrizioni, faticano a onorare il proprio debito. I proprietari si vedono a loro volta venir meno una delle poche entrate rimaste in mezzo alla crisi. Entrambe le categorie chiedono aiuto alla politica. Le risposte, però, continuano a non arrivare.

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