Una bolletta, l’ennesima, dall’importo altissimo, superiore ai 10 mila euro. Di fronte alla quale Michele Malengo, titoalre del ristorante Ai Bagordi di Rovigo, non è riuscito a trattenere il proprio sconforto: “Lavorare a queste condizioni non ha più senso”. A raccogliere lo sfogo dell’imprenditore è stata la testata La Voce di Rovigo, che ha riportato la sua testimonianza: “Per lo stesso mese del 2021 pagavamo circa 3.500 euro. A maggio di quest’anno la bolletta segnava 5.500 euro, a giugno 6.100, in tre mesi abbiamo pagato oltre 20 mila euro solo di corrente, è quella di agosto deve ancora arrivare. Tremo al pensiero”.
Aumenti segnalati da tempo, con gli imprenditori a chiedere inutilmente al governo dei rapidi interventi a loro sostegno che, però, sono sempre rimasti su carta. “Qui la coperta diventa sempre più corta – ha continuato Malengo – E questo fenomeno non è iniziato ieri, va avanzati da mesi. I prezzi delle materie prime sono aumentati già ad ottobre 2021, ma in questi 10 mesi di aumenti progressivi si è rimasti ad osservare senza fare nulla. Non ci sono proposte realizzabili, qui si discute di scostamento di bilancio, il che significa che aspettare ancora mesi e quindi farci morire tutti. Gli aiuti arrivati sono degli insulti, se per aiuto significa darci solo la possibilità di rateizzare”.
Con questa formula gli imprenditori si stanno semplicemente indebitando, senza mai riuscire a trovare una soluzione per risolvere i guai. E i prossimi mesi si prospettano ancora peggiori, stando alle previsioni degli analisti economici. “Stiamo pensando di aumentare il prezzo del menu fisso di 1 euro, ma se dovessimo adeguarlo agli aumenti andrebbe portato a minimo a 20. Ma chi viene a mangiare a pranzo, soprattuto lavoratori, è nella nostra stessa situazione. Aumentare significa solo far venire meno persone”.
Da Treviso, sempre in questi giorni, è arrivato il grido d’allarme del settore delle costruzioni e del legno-arredo, con tante aziende che hanno prolungato le ferie e si preparano a chiedere la cassa integrazione. Di “situazione economica preoccupante anche per i nostri territori” ha parlato ad esempio Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Treviso Belluno. “Non solo per l’impatto dell’inflazione sulle bollette e sulla spesa delle famiglie, ma anche e soprattutto per l’effetto devastante dei costi energetici sulle attività produttive e manifatturiere. Produrre rischia di diventare antieconomico, con i costi delle materie prime schizzati alle stelle”.
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