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“Tutti i mutui casa sono impugnabili”. La sentenza rivoluzionaria che fa felici i cittadini e inguaia le banche: come funziona

Pubblicato il 13/10/2023 10:28
banche mutui impugnabili direttiva

C’è una recentissima sentenza del Tribunale di Monza, Sezione esecuzioni mobiliari, che rischia di travolgere l’intero sistema creditizio e le banche. La sentenza, ispirata da una direttiva Ue, fa capire che tutti i mutui per le case sono impugnabili. A raccontare tutto al Giornale è una signora che, difesa dall’avvocato Claudio Defilippi, è riuscita a convincere i giudici a bloccare un altro pignoramento della sua casa (un primo c’era già stato nel 2019, con una successiva vendita all’asta nel 2020). È “semplice”: basta una clausola vessatoria per impugnare un mutuo fondiario ed evitare così l’esproprio della casa. Ma vediamo meglio nel dettaglio la vicenda che potrebbe fare scuola. “La controparte voleva altri 80mila euro da pignorarmi sullo stipendio fino alla pensione, ma grazie a clausole vessatorie nel contratto siamo riusciti a bloccare tutto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si tratta di fatto di un’altra sentenza di un tribunale, ispirata dalla direttiva Ue 93 del 2013 (poi modificata dalla direttiva 2019/2161), che protegge i consumatori dell’Unione europea da clausole e condizioni abusive che potrebbero essere incluse in un contratto di adesione per i beni e i servizi, in nome della “buona fede” tra le parti che dovrebbe evitare qualsiasi significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi reciproci. I consumatori presto potrebbero doversi opporre ai moduli precompilati che le banche sottopongono ai clienti, e che a volte recano proprio la dicitura “clausole vessatorie”. Quali sono le clausole considerate particolarmente svantaggiose, previste dal Codice del consumo all’articolo 33? (Continua a leggere dopo la foto)
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Banche nei guai: mutui impugnabili. La direttiva e la sentenza

Spiega Il Giornale: “Il calcolo degli interessi (per il rischio usura o anatocismo), il diktat sul giudice competente che potrebbe non essere quello «naturale» previsto dal codice penale, un preavviso irragionevole e comunque inferiore a 15 giorni, alcune modifiche unilaterali ma anche commissioni nascoste, strani costi di istruttoria o di estinzione anticipata o, in generale, clausole non negoziate (vedi i prestampati)”. Già prima dell’estate il tribunale di Milano aveva accolto i principi stabiliti dalla Cassazione: i mutui non fondiari (dove c’è il decreto ingiuntivo) devono essere rimessi in terminis, qualora il consumatore non li abbia impugnati, anche successivamente per le clausole vessatorie. Insomma, la casa è salva. Il diritto all’abitazione si applica anche alle procedure esecutive in corso. (Continua a leggere dopo la foto)
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Spiega l’avvocato al Giornale: “Abbiamo chiesto la improcedibilità per nullità e/o infondatezza del diritto di procedere a questa esecuzione forzata, visto che nel contratto di credito al consumo ci sono clausole abusive, manipolazione del tasso Euribor, usura e anatocismo”. Un debitore sottoposto a un pignoramento ha diritto di presentare opposizione e bloccare l’asta se c’è anche una sola clausola vessatoria. “Vale anche i mutui fondiari, pure i cosiddetti piccoli prestiti possono saltare. Anche se garantiti da ipoteca, per i quali la banca procede per precetto entro dieci giorni”, conferma infine Defilippi. La notizia che quindi tutti i mutui sono impugnabili è ottima per i tanti cittadini che si trovano in questa condizione. È meno ottima, invece, per le banche. Infine, un aggiornamento: secondo una rivoluzionaria sentenza della Corte di Cassazione del 13 dicembre 2023, ripresa dal portale UrbanPost, sono nulli i tassi che le banche hanno applicato ai mutui, ai finanziamenti o ai leasing indicizzati al tasso Euribor.

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