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Avete diritto alla pensione? Ecco perché dovreste preoccuparvi (molto) per i contributi che avete versato

Pubblicato il 21/02/2024 10:42

Abbiamo sentito parlare tante volte di “allarme Inps” e di difficoltà crescenti per l’Istituto che gestisce le nostre pensioni. Ora, la situazione sembra farsi più drammatica. Per il calo della natalità e l’aumento dell’età media degli italiani, innanzitutto. E per errori e orrori di gestione da parte dell’Inps stessa. I numeri ci possono aiutare a capire meglio la situazione. Perché in gioco c’è il futuro delle nostre pensioni e dei contributi che abbiamo versato, ma anche le pensioni sociali che permettono a tanti anziani di sopravvivere. L’istituto di previdenza, infatti, riesce a far quadrare i conti solo grazie a ingenti contributi statali. Per intenderci, parlando del 2024, le entrate dell’Inps grazie ai contributi ammontano a 247,6 miliardi. Il solo pagamento delle pensioni ammonta a 323,5 miliardi. Alla fine, lo Stato per quest’anno dovrà versare nelle casse della previdenza ben 169 miliardi. (continua dopo la foto)

Una situazione che sembra destinata a peggiorare. L’allarme per i licenziamenti e la perdita di posti di lavoro causati dall’avvento delle intelligenze artificiali sembra molto sottovalutato. Dalla politica e dagli stessi cittadini. Ma è un fenomeno che si ripercuoterà anche sul resto del sistema economico, pensioni comprese. C’è poi il problema della gestione delle proprietà immobiliari da parte dell’istituto. Che nel suo rapporto annuale, allega più di mille pagine di proprietà immobiliari in suo possesso. Solo che ben 16 mila di esse, su 26 mila totali, non vengono utilizzate e nemmeno affittate a terzi. Sono immobili ubicati in tutta Italia, terreni non utilizzati, magazzini e locali commerciali. Vi sono anche più di 1.400 uffici, una parte dei quali non utilizzati né affittati, e addirittura due alberghi. Ma il caso più scandaloso riguarda i 7.876 alloggi non utilizzati. (continua dopo la foto)

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Una parte di quegli alloggi risiede in quelle città dove c’è polemica proprio per la mancanza di case e stanze per studenti e lavoratori fuori sede. Questo patrimonio inutilizzato, chiaramente, rappresenta un altro punto dolente. Le mancate entrate sono ingenti. A essere messo in discussione da alcuni, è il fatto che un ente pubblico sia gestito in modo burocratico e che operi in regime di monopolio. Le politiche “generose” nei confronti del sistema previdenziale e pensionistico iniziate negli Anni 80 hanno portato, oggi, ai ben noti interventi di correzione degli ultimi anni. Aumento dell’età pensionabile, introduzione di un diverso metodo di calcolo delle pensioni, estensione del metodo contributivo sono tutti passaggi effettuati per contenere la spesa pensionistica. In futuro, però, viste le dinamiche di invecchiamento della popolazione e la diminuzione delle nascite, le cose non sono certo destinate a migliorare. (continua dopo la foto)

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Per questo alcuni mettono in discussione il regime di monopolio dell’Inps. Che vedono prossima a un crollo. E suggeriscono la liberalizzazione del settore della previdenza. Insomma, si finisce sempre a proporre di smontare ciò che è statale e di passare “al privato”. Ma le esperienze in questo senso non sono state, in questi anni, molto positive. Si pensi solo al caso Autostrade. Vi è poi il problema della gestione di quote enormi di fondi da parte di chi, eventualmente, dovesse affiancare o sostituire l’Inps. Negli Usa, nel 2008, in seguito alla crisi finanziaria milioni di persone hanno visto crollare il valore dei loro fondi di investimento e hanno in pratica perso tutto ciò che avevano versato. Pensioni comprese. E se è vero che la tendenza per il futuro, come ci ha ricordato anche Bill Gates, è quella di lavorare per meno giorni e meno ore a settimana, il passaggio al privato potrebbe dimostrarsi ancor meno sostenibile. La soluzione, ancora una volta, dovrebbe trovarla la politica. Che però appare poco preparata per affrontare le sfide, in gran parte inedite, del mondo del futuro.

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