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Autostrade, Conte blocca la revoca delle concessioni: Benetton avrà così il suo vitalizio

Pubblicato il 31/01/2020 10:57

Inizia così – come l’hanno chiamata loro – la “fase due” del governo Conte-bis. E come inizia? Con una riunione a Palazzo Chigi in cui è stato definitivamente detto addio a un’altra battaglia storica del Movimento 5 Stelle, quella per la revoca delle concessioni a Autostrade e ai Benetton. Al tavolo con il premier c’erano i capi delegazione dei quattro partiti di maggioranza: per il M5S Alfonso Bonafede, per il Pd Dario Franceschini, per Leu Roberto Speranza, per Italia Viva Teresa Bellanova. Dopo i risultati elettorali di domenica scorsa, il Pd rivendica più spazio e più potere decisionale, e inizia subito a imporre la linea, proprio a partire dal tema Autostrade.

Il Movimento 5 Stelle è nel caos. Italia Viva prepara un ultimatum in vista dell’assemblea di domenica. Su Ilva e Autostrade – riferisce Il Messaggero – c’è da attendersi novità a breve: si parla di un “possibile incontro” tra Conte e “Mittal”, e del possibile accordo in cui verrà inserito anche lo scudo penale che poco piace all’ala movimentista del M5S. Poiché “su ogni dossier si dovranno valutare attentamente le ricadute delle scelte del governo”, come spiegano a palazzo Chigi, “anche la questione Autostrade verrà decisa a breve e in maniera salomonica”, scrive il quotidiano romano.

“Procedere con la revoca significa mettere a rischio i conti pubblici, meglio spingere sulla revisione dei contratti in essere costringendo la società concessionaria a maggiori investimenti e a praticare sconti ai caselli”. Revoca addio, quindi. Riferisce ancora Il Messaggero che in secondo piano passano alcuni temi – affrontati dal precedente esecutivo – che Pd, Iv e Leu chiedono di rivedere. “Su tutti i decreti sicurezza e il reddito di cittadinanza” che i grillini continuano a difendere a spada tratta , ma anche l’idea di modificare il jobs act, avanzata da Leu, sembra destinata a segnare il passo, aprendo così uno scontro con Renzi.

In tutto questo il M5S paga l’assenza di un leader. “Il suo costante ridimensionamento apre spazi a chi spinge per un piano infrastrutturale mirato soprattutto al Sud”. Ma quel che più conta è che una “revisione” del Reddito di Cittadinanza, l’accordo con Mittal su Ilva e l’abbandono della via della revoca a Autostrade, certificherebbero la fine del Movimento e dei suoi ideali.

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