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Autostrade, anche le barriere antirumore a rischio crollo. I pm: “Violata la concessione”

Pubblicato il 11/12/2019 16:42

Per Autostrade ogni giorno che passa si mette sempre peggio. Dai vari filoni d’inchiesta ne spunta una nuova ad ogni foglio che si va ad esaminare. La quinta inchiesta penale su Autostrade che vede (di nuovo) indagati gli (ex) top manager Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli di Aspi, Antonino Galatà e Marco Vezil (Spea) tocca ora i pannelli fonoassorbenti che costeggiano la tratta ligure. Quelli che comunemente si chiamano “barriere antirumore”. E che nel decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio e dal pubblico ministero Walter Cotugno vengono definiti pericolosi “perché a rischio ribaltamento anche in relazione all’azione del vento”.

L’inchiesta sul Ponte Morandi si trasforma in un Vaso di Pandora. E come scrive Il Secolo XIX, “nel nuovo filone c’è molto di più. Secondo la Procura i vertici di Autostrade hanno violato la concessione con lo Stato e compiuto il reato ‘di frode in pubbliche forniture’. Installando barriere e pannelli che, secondo i primi accertamenti investigativi, non sarebbero a norma perché realizzati in dimensioni e materiali diversi rispetto a quelli previsti dalla legge. ‘Autostrade ha obblighi di tenere la rete infrastrutturale a norma. Se non lo fa vìola la concessione e commette il reato di frode’”, spiega al Secolo XIX una qualificata fonte investigativa.

Per questo ieri mattina i finanzieri del nucleo metropolitano hanno perquisito per ore le sedi di Genova e Roma di Autostrade e di Spea Engineering (la società controllata che aveva responsabilità su manutenzione e sicurezza) cercando documenti ben precisi. “Relazioni di calcolo, progetti, note, documenti tecnici, contabili, prove di resistenza urti e vento, documentazione generale, inquadramento contrattuale ed economico”, viene indicato dai pubblici ministeri nel decreto.

Scrive Il Secolo: “Nel mirino anche la società Pavimental di Genova (che gestisce diversi appalti per Aspi) e che avrebbe realizzato proprio alcune di queste barriere. Ma non solo: la Finanza si è presentata ieri mattina anche al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Negli uffici del Mit di Roma i finanzieri guidati dai colonnelli Ivan Bixio (primo gruppo) e Giampaolo Lo Turco (nucleo metropolitano) hanno cercato ‘certificati di omologazione delle barriere, prove sulle stesse e documentazione varia’”.

Nelle prossime ore, ai quattro top manager indagati potrebbero aggiungersi altri dirigenti e tecnici che avrebbero concorso nei due reati contestati. E cioè l’attentato alla sicurezza dei trasporti (i pannelli cadendo potrebbero colpire mezzi in transito provocando incidenti) e, appunto, frode nelle pubbliche forniture.

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