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L’Ue rivede gli aiuti all’agricoltura e dà un altro colpo alle aziende italiane

Pubblicato il 02/04/2021 13:57

L’Europa ne combina un’altra, sotto traccia come sempre. Una comunicazione semplice semplice che rischia però di creare un disastro di portata enorme. E stiamo parlando di agricoltura, quella italiana. La denuncia arriva dalla Sicilia, grazie alla Conferenza regionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili che è intervenuta sul tema della cumulabilità degli aiuti in agricoltura, dopo aver letto una comunicazione che rischia di tagliare le gambe ad un intero settore. Biagio Tinghino sul Quotidiano di Sicilia ha intervistato il presidente del Coordinamento dei commercialisti siciliani, Maurizio Attinelli, per commentare la vicenda. In una nota della Direzione generale dell’Agricoltura della Commissione europea, inviata alla Regione siciliana nel novembre 2020, il dg Mihail Dumitru, rispondendo a uno specifico quesito posto dalla Regione in tema di cumulabilità tra aiuti, ha sostanzialmente affermato la sovrapponibilità tra strumenti agevolativi di diversa origine ma solo entro i limiti massimi imposti dalla Comunità europea.

Con questa nota dell’Europa, “un’azienda agricola che deve investire in processi di automazione industriale delle proprie serre – spiega Attinelli – fino a qualche giorno fa poteva contare su un incentivo complessivo pari al 90% del valore del bene, adesso, si vede ridurre l’aiuto a quasi la metà. L’effetto di un simile parere – ha continuato il presidente -, ad oggi comunque non vincolante, è dirompente poiché interviene direttamente sulle prerogative di Politica economica di ogni Stato membro estendendo il perimetro di ‘competenza europea’ ben oltre gli attuali confini”.

Attacca Attinelli: “Tutto questo è il frutto dell’ambiguità delle norme che continua a rappresentare certamente un freno per lo sviluppo economico del Paese. Un giorno un ufficio sostiene una tesi, un altro giorno un ufficio diverso ne sostiene un’altra. Un chiaro esempio di quanto appena rappresentato è costituito da due differenti strumenti agevolativi disponibili per le imprese siciliane: il Piano per lo sviluppo rurale (o Psr) gestito dalla Regione siciliana e le agevolazioni previste dal Piano Transizione 4.0 promosso dal ministero dello Sviluppo economico”.

“Qualunque strumento di sostegno agli investimenti concesso da uno Stato membro per l’agricoltura – ha concluso il presidente, Maurizio Attinelli -, da adesso dovrà fare i conti con le aliquote stabilite da Bruxelles anche quando si tratta di crediti d’imposta generalizzati e/o interventi a carattere generale. Vogliamo dare voce a questa problematica, rappresentando il punto di vista dei dottori commercialisti ed esperti contabili della Regione siciliana per essere elemento di stimolo per un confronto tra le amministrazioni competenti al fine di dirimere in via definitiva la controversia”.

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