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Atlantia trema e apre il paracadute per Autostrade: pronti a vendere Telepass, aeroporti e costruzioni

Pubblicato il 13/01/2020 12:56 - Aggiornato il 13/01/2020 14:16

L’eventuale fallimento di Autostrade per l’Italia potrebbe essere letale e determinare un default complessivo di Atlantia da 15,5 miliardi di euro. Nei giorni di Natale nel decreto Milleproroghe è stata inserita la norma che affida all’Anas la gestione di concessioni eventualmente revocate, e taglia l’indennizzo dovuto ai vecchi concessionari fino a un valore che, per Autostrade, non supererebbe i 7 miliardi. Come scrivono su Affari e Finanza di Repubblica Roberta Paolini e Luca Piana “la mossa è stata descritta come una pistola sul tavolo della trattativa” fra le parti. La holding possiede partecipazioni per almeno 10 miliardi di euro, che potrebbero essere dunque cedute per attutire lo choc di un’eventuale revoca del contratto di gestione. In Borsa scommettono (guarda caso…) che alla fine prevarrà la linea della trattativa, e che la “nazionalizzazione” verrà bloccata in parlamento. Comunque sia, gli analisti hanno fatto i conti per capire come Atlanta potrebbe far fronte alla crisi che scoppierebbe con la revoca (e che la costringerebbe a far fronte anche ai debiti di Autostrade, buona parte dei quali – il 55% – sono contro-garantiti dalla holding).

Si legge su Repubblica: “In questi anni Atlantia ha costruito un ventaglio di attività che, in effetti, le darebbero un certo margine di manovra. C’è un pacchetto di partecipazioni che potrebbero essere cedute senza rimpianti, e che secondo le stime degli analisti potrebbero garantire circa 3,3 miliardi: il 15,4% di Getlink (1,3 miliardi), la società che gestisce il tunnel sotto la Manica, il 23,8% dell’impresa di costruzioni Hochtief (1,9 miliardi) e il 29,3% dell’aeroporto di Bologna (136 milioni)”.

Riporta Repubblica: “La società concessionaria ha 9,8 miliardi di euro di debiti, ai quali non potrebbe far fronte senza i ricavi che arrivano dai pedaggi degli automobilisti. I creditori non sono sempre banche o istituzioni finanziarie: circa 750 milioni sono legati a un prestito obbligazionario al dettaglio, collocato fra 17 mila risparmiatori. E anche Atlantia stessa è indebitata di suo, per un ammontare stimato in 5,7 miliardi. Non mancano dunque società che si potrebbero cedere solo in parte. C’è Telepass, la società dei pedaggi elettronici, che ha una valutazione di circa 1,5 miliardi. Oppure la Aeroporti di Roma, il cui valore complessivo è di 4,2 miliardi. Se si mettesse in vendita la metà del capitale di entrambe, si potrebbero reperire altri 2,7 miliardi”.

Infine, si può salire di livello: Atlantia ha il 50% più un’azione di Abertis, la società spagnola conquistata di recente che gestisce una rete di autostrade a livello internazionale. Il valore della quota è stimato in 4,4 miliardi. Se dovesse cedere anche quella… Tutte insieme, queste cessioni potrebbero generare un tesoretto di circa 10 miliardi di euro.

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