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Trasparenza, no grazie. L’ultima di Arcuri: il mistero dei bandi per l’emergenza Covid

Pubblicato il 25/08/2020 17:50

Era l’inizio di aprile quando il commissario straordinario del governo all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, prometteva urbi et orbi – in nome della trasparenza – di pubblicare quanto prima tutti i dati sugli acquisti effettuati durante l’emergenza. La classica zappa sui piedi, insomma. Perché si sarebbe trattato di rendere pubblici i fornitori, le quantità, gli sconti e, soprattutto, le modalità di ingaggio dei fornitori. A distanza di oltre 2 mesi e mezzo da quelle dichiarazioni, però, ancora non si è visto nulla. E così, ad accendere una luce sulla questione ci pensa openpolis.it, che ha deciso di proporre un’istanza di accesso agli atti, chiedendo di rendere pubblici tutti i dati su come vengono spesi i soldi nell’emergenza. Una richiesta sacrosanta, ci pare. Che condividiamo.

“Attualmente – si legge sul sito di openpolis – le uniche informazioni disponibili sui bandi si possono ricostruire attraverso Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione che cura la banca dati dei contratti pubblici. Da questa emergono 19 bandi per oltre 1 miliardo di euro di importi base d’asta, di cui non si trova traccia sui siti istituzionali di governo e gestione commissariale. Il coronavirus ha comportato la mobilitazione di ingenti risorse pubbliche. Risorse necessarie per reagire all’emergenza sanitaria e che, data la situazione di crisi, per legge vengono gestite attraverso contabilità speciali e deroghe alla normativa ordinaria. Proprio per questo, la massima trasparenza da parte di tutti i soggetti coinvolti diventa ancora più necessaria”.

È con queste premesse che, a inizio aprile, Openpolis aveva chiesto ai principali responsabili nella gestione dell’emergenza (Arcuri in testa) di rendere pubblici i dati sui contratti stipulati per fare fronte alla crisi. € 1.051.184.329,32 è l’importo a base d’asta totale dei lotti riferiti alla stazione appaltante del commissario per l’emergenza Covid-19. “Di questi bandi – denuncia openpolis – ci saremmo aspettati di trovare notizie di maggior dettaglio sui siti istituzionali di governo e gestione commissariale. Non è stato così: entrambi sono risultati gravemente carenti di informazioni. Dal sito risultano 2 bandi pubblicati. Una gara in procedura semplificata e di massima urgenza per acquisire i kit per i test sierologici, e una richiesta di offerta per test molecolari. Della prima, è stato pubblicato il decreto di aggiudicazione, dell’altra (conclusa il 18 maggio) ancora no”.

Due sole gare quindi, a fronte delle 19 presenti in Anac. Arcuri cosa ha da dire? Peraltro, confrontando gli oggetti, questi 2 bandi non sembrano coincidere con nessuno dei 19 presenti in Anac. “Purtroppo è anche impossibile avere la certezza matematica che si tratti di procedure diverse: di nessuno dei 2 bandi viene pubblicato il CIG, il codice identificativo della gara, che consente di distinguere e tracciare i diversi contratti pubblici. I bandi presenti nella banca dati Anac sui siti di governo e commissario non ci sono. Anche nella sezione trasparenza del commissario all’emergenza non c’è traccia dei 19 bandi presenti in Anac”. Cosa emerge dai dati Anac?

Da qui è possibile ricostruire che “la struttura commissariale ha messo a gara almeno 19 lotti per un valore base d’asta di oltre 1 miliardo di euro tra il 25 marzo e il 14 aprile scorso (un bando, per un evidente refuso, ha come data il 16 settembre 2019). Le modalità di affidamento seguite sono 3. La maggior parte degli importi (2/3 del totale, 8 lotti su 19) ha seguito una procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando. Un terzo degli importi base d’asta (ma la maggioranza dei bandi, 10 su 19) sono affidamenti diretti, quindi con una procedura che non prevede un confronto competitivo tra più operatori economici. È la modalità pensata per piccoli importi o (come in questo caso) per le emergenze”.

Ad oggi, dunque, tutta una serie di informazioni fondamentali non sono accessibili. Arcuri ha intenzione di rispondere? “Occorre – conclude openpolis – una riflessione di sistema per muoversi più in fretta tenendo conto di garanzie costituzionali e trasparenza nelle scelte. La trasparenza non è un intralcio burocratico. Durante eventi eccezionali e drammatici, è giusto che anche i provvedimenti siano adeguati alla situazione di emergenza, per velocizzare i procedimenti. Ma proprio per questo la trasparenza è ancora più necessaria, perché consente di monitorare le scelte politiche e l’attività amministrativa. Se viene meno anche questo, non si sta facendo buona amministrazione. Si sta ridimensionando l’unico strumento che abbiamo per verificare se la gestione delle risorse pubbliche sia stata davvero efficiente”.

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